"Chiederò a breve che il mio cliente venga interrogato e sono certo che, come è accaduto per la precedente indagine, riusciremo a dimostrare la sua totale estraneità alle accuse". Lo dice l'avvocato Nino Caleca, legale del funzionario di polizia Mario Bo a cui la Procura di Caltanissetta ha notificato l'avviso di chiusura indagini per il depistaggio dell'inchiesta sulla strage di Via D'Amelio.
Bo era nel pool di investigatori guidato da Arnaldo La Barbera, nel frattempo morto, che avrebbe costruito a tavolino la collaborazione del falso pentito Vincenzo Scarantino.
Scarantino coinvolse sette innocenti nella fase esecutiva dell'attentato facendoli condannare all'ergastolo.
Bo, accusato di calunnia, è stato precedentemente indagato insieme ai colleghi Salvo La Barbera e Vincenzo Ricciardi, ma le loro posizioni vennero archiviate perché a loro carico c'erano solo le parole di Scarantino che, dopo diverse ritrattazioni, li accusava di averlo torturato e malmenato per convincerlo a fornire una falsa versione della fase esecutiva della strage.
Nell'archiviazione il gip puntava proprio sulla totale inattendibilità di Scarantino.
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