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In evidenza
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Temi caldi
L'arte e la scienza come fonti di
reciproca ispirazione in un dialogo atemporale simboleggiato
dall'ottagono, ricorrente nella cultura federiciana e già
presente in quella arabo-normanna.
"150-93 VIII" è l'installazione site-specific di Edoardo Dionea
Cicconi, al centro del Cortile Maqueda di Palazzo Reale a
Palermo: segue la geometria radiale della pavimentazione. Un
prisma ottagonale che manifesta due identità tra giorno e notte:
al crepuscolo la metamorfosi. Nelle ore diurne, l'opera assorbe
il sole creando un gioco di specchi. Col buio gli specchi si
dissolvono nella trasparenza. Illuminandosi di notte, le grandi
lastre ricreano l'effetto dell'aurora boreale.
Edoardo Dionea Cicconi è il protagonista di "Pionieri della
Cultura #2", i laboratori della Fondazione Federico II con
studiosi e artisti, impegnati nella salvaguardia della cultura
dal rischio estinzione. L'evento è in programma a Palazzo Reale
domani, 4 luglio 2023: per l'occasione sarà svelata
l'installazione che sarà fruibile fino al 20 agosto.
L'artista romano recupera il legame tra arte e scienza.
Cicconi, che ha esposto, tra gli altri, anche in Messico, negli
Stati-Uniti, in Georgia, in Inghilterra, in Austria e in
Lituania, mette in relazione la materia e la luce, proseguendo
la sua ricerca tra arte, scienza e le tematiche legate allo
"spazio" e al "tempo". Studia il rapporto tra materia e forma,
una delle grandi ossessioni dell'arte del XX secolo. Nelle sue
opere la materia è medium artistico, ma è anche un espediente
creativo per indagare sull'essenza della materia in dialogo con
le teorie della fisica. Ma c'è di più: le opere di Cicconi
prendono in considerazione il rapporto di trasformazione della
materia con la realtà circostante. "150-93 VIII" ne è un
esempio: il nome stesso è un codice che richiama la distanza tra
la Terra e il Sole: 150 milioni di chilometri e 93 milioni di
miglia. Se questa distanza cambiasse di poco, farebbe saltare
l'equilibrio probabilmente distruggendo la vita di tutto il
pianeta Terra. Le lastre che compongono la scultura sono opache
e specchianti durante il giorno, quasi simboleggiano degli
scudi. Riflettono con i loro specchi tutto lo spazio
circostante, dialogando con esso. Di notte, avviene la
trasformazione così le lastre iniziano a dissolversi, fino a
diventare trasparenti. Prima delimitavano lo spazio come scudi,
ora acquistano un significato di apertura e diventano dimora
dell'accoglienza. La scultura ingloba in sé un multiplo
ottagonale, lo spazio viene costruito seguendo una sequenza
geometrica precisa. Questo viene sviluppato successivamente
attraverso la sezione aurea.
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