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Quattro indagati nell'inchiesta sulla funivia del Faito

Quattro indagati nell'inchiesta sulla funivia del Faito

Sono dirigenti e dipendenti Eav. Giovedì l'incarico per le autopsie

NAPOLI, 22 aprile 2025, 18:40

di Nando Piantadosi

ANSACheck
Faito: funivia sequestrata, nuovo sopralluogo della procura - RIPRODUZIONE RISERVATA

Faito: funivia sequestrata, nuovo sopralluogo della procura - RIPRODUZIONE RISERVATA

Svolta nel disastro della funivia del Faito, dove giovedì scorso la caduta di una cabina ha provocato quattro morti e un ferito grave. La Procura di Torre Annunziata, in vista del conferimento dell'esame autoptico sulle salme delle vittime della tragedia previsto per giovedì prossimo 24 aprile, ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati. Si tratta di dirigenti e dipendenti dell'Ente autonomo Volturno, l'ente gestore gestore dell'impianto. Gli indagati sono il responsabile esercizio e manutenzione della funivia Marco Imparato, il direttore operativo Pasquale Sposito, il dirigente infrastrutture Giancarlo Gattuso e il capo impianto Pasquale di Pace.


Ai quattro dipendenti dell'Eav, i sostituti procuratori di Torre Annunziata Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio, coordinati dall'aggiunto Cilenti e dal procuratore Fragliasso, si contesta il disastro e l'omicidio plurimo colposo nella forma continuata. Il conferimento dell'incarico ai periti scelti dai magistrati per l'esame irripetibile sulle quattro salme è stato fissato per le 11,30 di giovedì prossimo, a una settimana, in pratica dal disastro.
Lo scorso 17 aprile, mentre cercavano di raggiungere la cima del Monte Faito in funivia, sono morti Janan Suliman, turista israelo-palestinese di 25 anni, i coniugi inglesi Elaine Margaret e Derek Winn, di 58 e 65 anni, anche loro turisti, e il macchinista dell'ente gestore dell'impianto Carmine Parlato, di 59 anni. Thabet Suliman, 23 anni, fratello di Janan, rimasto gravemente ferito alle gambe è ricoverato ancora in gravissime condizioni di salute nell'ospedale del Mare di Napoli. I familiari dei due ragazzi, assistiti dall'avvocato Hillary Sedu, hanno chiesto che vengano individuate le responsabilità per quanto accaduto. Al momento non è ancora chiara la causa della tragedia: secondo quanto si è appreso, la cabina precipitata era ancora agganciata al cavo quando è caduta, quindi l'attenzione degli inquirenti si dovrà inevitabilmente focalizzare proprio sulla fune d'acciaio e sull'inefficacia dei freni che, a differenza della cabina a valle, non hanno bloccato la corsa a ritroso del veicolo.


E proprio per fare chiarezza, domani ci sarà un nuovo sopralluogo dei consulenti della Procura, dei magistrati, della Polizia e degli uomini del soccorso alpino: gli investigatori e i tecnici effettueranno ispezioni sul luogo dove è stata trovata la cabina e poi si sposteranno anche altrove, lungo il percorso.
Sulla vegetazione circostante la stazione del Monte Faito, dove i turisti erano diretti, sono evidenti i segni del maltempo che ha abbattuto alberi anche di grosso fusto anche se l'ipotesi che a causare la tragedia possa essere stato il maltempo è stata ritenuta poco credibile anche dalla stessa Eav. Restano i dubbi sul cavo e sull'efficacia dei freni, che dovranno essere fugati dagli accertamenti tecnici. Poi c'è il capitolo manutenzione, anche quella settimanale: una ispezione doveva essere eseguita il giorno precedente il disastro. Anche la celerità con la quale è stato lanciato l'allarme figura tra gli aspetti da verificare. . 

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