"Non usate il viso di nostra
madre, vittima di omicidio, per i vostri scopi". Lo chiedono i
figli di Pierina Paganelli, la donna di 78 anni, assassinata a
Rimini la notte del 3 settembre nel garage di via del Ciclamino,
esterrefatti, turbati e addolorati avendo visto la locandina che
annuncia una manifestazione in programma sabato prossimo a
Rimini, organizzata dalla comunità senegalese con circa 500
persone attese, a favore dell'unico indagato per l'omicidio.
Nella prima locandina della manifestazione (a quanto pare gli
organizzatori poi l'hanno modificata), appariva il volto di
Pierina, in un fotomontaggio al fianco di quello di Louis
Dassilva, il senegalese di 35 anni detenuto ai Casetti dal 16
luglio del 2024. A Dassilva la Procura della Repubblica, che lo
ritiene l'unico responsabile dell'omicidio di Pierina, ha appena
notificato la conclusione indagine contestando anche la
premeditazione. Al fine di non vedere più "sfruttato" il volto
della propria madre assassinata, i figli di Pierina si sono
rivolti ai legali Monica e Marco Lunedei.
"Gli eredi della vittima hanno diffidato e procederanno
giudizialmente in ogni sede contro coloro che si stanno servendo
con finalità speculative dell'immagine della madre barbaramente
uccisa - si legge in una nota dei legali Lunedei - millantando
non meglio precisate ricerche di presunte (quanto assurde)
verità. Della ricerca della verità si sono occupate e
continueranno ad occuparsi la Procura competente e le
Istituzioni a ciò preposte. Con particolare riferimento ad una
locandina circolata nei giorni scorsi, in particolare, la
famiglia non intende assolutamente permettere che l'immagine
della madre venga affiancata proprio a quella dell'unica persona
indagata e gravemente indiziata per il suo omicidio", concludono
i Lunedei.
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