Mille e 200 metri quadri di affreschi. Il ciborio con i gigli Farnese in foglia d'oro e la pala d'altare firmata da Carlo Maratta. E soprattutto gli otto secoli di storia, accoglienza e bellezza. Dopo due anni di restauro, tornano a mostrarsi in tutta la loro luce al pubblico le Corsie Sistine al complesso Monumentale di S. Spirito in Saxia, l'ospedale più antico d'Europa. Un incredibile esempio di architettura civile e arte, voluto nel 1475 da Papa Sisto IV, alla cui riapertura oggi è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella con il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, il ministro della Cultura Dario Franceschini e il ministro della Salute Roberto Speranza.
"La corsia Sistina - racconta la soprintendente speciale di Roma, Daniela Porro - era la corsia storica dell'ospedale voluto Sisto IV Della Rovere in occasione del Giubileo". Reclutando l'architetto Baccio Pontelli e lo scultore Andrea Bregno, il Pontefice aveva infatti voluto ristrutturare tutto l'Arcispedale. L'edificio era costituito da due imponenti sale che prenderanno il nome dei medici Lancisi e Baglivi, raccordate da un tiburio ottagonale sotto il quale svetta un elegante ciborio, probabilmente unica opera romana di Andrea Palladio, arricchito dalla pala d'altare dedicata a San Giobbe, eseguita da Carlo Maratta. Ma ci sono anche due maestosi portali, il più esterno del Bernini e quello interno, detto del Paradiso, opera di Bregno. E poi la seicentesca Ruota degli Esposti dove venivano depositati i neonati, altrimenti tragicamente abbandonati sulle rive del Tevere.
"E' una sorta di cappella Sistina degli ospedali storici, sia per l'importanza del committente, sia per la straordinaria bellezza dell'apparato decorativo e l'ampiezza del luogo - prosegue la Porro -. Gli affreschi ci raccontano la storia degli anni '70 del '400 e le imprese voluta dal Papa, dalla costruzione di ponte Sisto alle chiese realizzate in quegli anni". In tutto, oltre 60 scene realizzate da artisti di scuola umbro-laziale e da discepoli di Melozzo, Ghirlandaio, Pinturicchio e Antoniazzo Romano. "Poi, però, la storia continua - aggiunge la Porro - e il complesso è stato arricchito con il Palazzo del commendatore, con la Chiesa di S. Spirito in Sassia, con la Biblioteca Lancisiana".
Roma, inaugurato il restauro delle Corsie Sistine dell'Arcispedale di S. Spirito di Saxia
Finanziati dalla Regione Lazio per la Asl Roma 1, i lavori di restauro si sono concentrati anche sul ciborio, nei secoli, racconta la restauratrice Maria Rosaria Di Napoli, "segnato da sporco e percolamenti dall'alto. La difficoltà maggiore, equilibrare i diversi materiali, perché questo è un gioiello: abbiamo il legno policromo e dorato, lo stucco, la tela, i marmi. I colori non si vedevano quasi più. Anche il lanternino, tutto di legno, proprio per l'acqua, aveva perso molta superficie pittorica. Ma l'emozione più grande è stata riportare finalmente alla luce la firma originale di Maratta sulla pala dedicata a San Giobbe".
"Il presidente Mattarella - racconta poi il direttore generale della Asl Roma 1 Angelo Tanese - è rimasto affascinato dalla storia di questo luogo e ha firmato il Liber fraternitatis, codice miniato del 1446 che veniva firmato da tutti coloro che entravano a far parte dell'arciconfraternita e diventavano benefattori dell'ospedale. Una tradizione che nei secoli lo ha trasformato in uno straordinario libro di autografi di Papi, persone illustri e, da oggi, presidenti della Repubblica".
Per l'occasione, il complesso dell'Arcispedale verrà valorizzato con un progetto di illuminotecnica, aperto ai cittadini dal 22 al 24 luglio. Una mostra di 48 fotografie delle principali agenzie internazionali e dell'ANSA racconta le fasi salienti della pandemia.
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