Dal 13 al 23 maggio la Camera dei
Deputati apre le porte alla nuova mostra di Lorenzo Marini 'Le
parole non siano pietre'. Quindici opere in cui l'artista, noto
per aver dato vita al movimento della Typeart, mette in scena le
lettere dell'alfabeto come forme vive, svincolate, fluide: non
più meri segni grafici, ma corpi narrativi che incarnano
pensiero, relazione e responsabilità. Un appello alla
riflessione, alla responsabilità, alla bellezza del linguaggio
come strumento di costruzione sociale.
Al centro della mostra spicca l'opera omonima, 'Le parole non
siano pietre', una riflessione sull'uso consapevole del
linguaggio nella società contemporanea. La scelta di esporre
questa mostra a Montecitorio - luogo simbolico della
rappresentanza democratica - è fortemente significativa. Qui,
dove la parola è strumento di confronto e decisione, la Typeart
di Marini assume un valore ulteriore: diventa emblema della
libertà d'espressione e della complessità del dibattito
democratico. L'allestimento si inserisce idealmente nel
patrimonio artistico delle istituzioni, accostandosi con un
linguaggio contemporaneo alle opere di maestri come Carrà,
Guttuso, Morandi.
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