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Swinton, rispetto protesta palestinese, venire mia scelta

Swinton, rispetto protesta palestinese, venire mia scelta

'Contro mali del mondo comunicare'. E annuncia anno di pausa

ROMA, 14 febbraio 2025, 14:54

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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(di Francesco Gallo) Se ieri sera alla serata inaugurale del 75/o Festival di Berlino, Tilda Swinton, attrice e attivista scozzese, c'era andata pesante sull'oggi con frasi come "il disumano ha ormai invaso il nostro sguardo" e "l'omicidio di massa perpetrato dallo stato sta attualmente terrorizzando più di una parte del nostro mondo", stamani all'incontro stampa per celebrare il suo Orso d'oro onorario, presente la neo direttrice artistica Tricia Tuttle, i toni sono più miti e le parole più usate sono connection, community nel senso che quello che ci salverà è comunicare, condividere.
    Vale a dire: "dobbiamo credere che si possa cambiare la mente e il cuore della gente che la pensa diversamente da noi". È appunto quello che dice a una giornalista russa preoccupata per la comunità Lgbtq in Russia.
    "Bisogna che ognuno si stringa forte alla sua comunità perché se ci arrendiamo davvero tutto è perduto. Non possiamo rinunciare a pensare di poter raggiungere anche le persone che crediamo irraggiungibili".
    E l'attrice butta acqua sul fuoco anche quando le si chiede cosa pensi del Bds (Boycott, Divestment and Sanctions), campagna globale a guida palestinese di 'boicottaggio, disinvestimento e sanzioni' contro Israele che aveva invitato tutti gli artisti a non partecipare alla Berlinale di quest'anno per la complicità del governo tedesco nei rispetti della tragedia di Gaza. "Sono una grande ammiratrice e ho grande rispetto per il Bds. Ma ho deciso che era più importante per me venire, ho pensato che era potenzialmente più utile a tutte le nostre cause. È stata insomma una mia scelta personale di cui mi assumo la piena responsabilità. Allo stesso tempo ho enorme rispetto e comprensione della necessità per le persone di trovare modi per essere efficaci e forti quando tutto ti è contro".
    Qual è il film più importante per l'attrice sessantaquattrenne premio Oscar e strettamente legata al Festival di Berlino dove ha ricoperto il ruolo di Presidente di Giuria nel 2009 e ha presentato tanti suoi film compreso il primo, Caravaggio, Orso d'Argento nel 1986? "Un film che ho visto quando avevo otto anni e ha cambiato la mia vita, una cosa tanto straordinaria che per anni ho pensato fosse un sogno. È lungo solo pochi minuti e si chiama 'Power of Ten' di Charles e Ray Eames. Devo averlo visto in televisione, ora c'è anche su YouTube. È un film scientifico che dimostra come tutto sia relativo moltiplicando o dividendo per dieci la realtà che ci circonda. Da una coperta di picnic si va al Lago Michigan, da questo ci si allarga a tutta l'America e poi vedi il pianeta Terra e ancora più lontano fino alla Galassia. È fenomenale, bisognerebbe mostrarlo ai bambini di otto anni perché fa innamorare delle capacità del mezzo cinematografico. Questo è il film che ha cambiato la mia vita".
    Cosa avrebbe fatto la Swinton se non avesse incontrato il cinema? "Avevo due cose in mente. Una fare l'apprendista per la formazione di risorse umane o fare la sceneggiatrice. Ho tanto rispetto per la scrittura cinematografica e credo che abbiamo più che mai bisogno di sceneggiature intelligente, reattive e colte e di sceneggiatori che conoscano le cose del mondo".
    Swinton dà anche notizie di un anno sabbatico in arivo: "Quando lunedì tornerò a casa in Scozia, entrerò in una fase della mia vita che aspettavo da circa 15 anni in cui farò qualcosa di diverso".
   

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