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Vanzina, 'l'umanità di Mario Carotenuto elevava ogni ruolo'

Vanzina, 'l'umanità di Mario Carotenuto elevava ogni ruolo'

Giornata sull'attore in Campidoglio a 30 anni dalla morte

ROMA, 09 aprile 2025, 19:30

di Francesca Pierleoni

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Centocinquantadue film, da Abbiamo vinto! di Stemmle fino a Romanzo di un giovane povero di Scola nel 1995, per cui riceve, postuma, la sua prima candidatura ai David di Donatello. Mario Carotenuto è stato un grande interprete, che ha regalato, fra cinema e teatro (dove l'hanno diretto anche Strehler, Bolognini, Garinei e Giovannini, Sbragia, Lerici), una straordinaria galleria di personaggi. In occasione dei 30 anni dalla morte, la sua arte è al centro della giornata di celebrazione Mario Carotenuto - Il commendatore della commedia all'italiana organizzata nella Sala della Protomoteca in Campidoglio dalla Casa della Commedia all'Italiana, fondata dalla figlia dell'attore, Claretta Carotenuto e Steve Della Casa. Romano, classe 1916, figlio d'arte (il padre era l'attore Nello Carotenuto), fratello minore di Memmo, anche lui attore, Mario ha definito vari decenni di commedia e non solo, accanto, tra gli altri, a Totò, Alberto Sordi, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Silvana Mangano, Giovanna Ralli, Mariangela Melato, Enrico Montesano, Gigi Proietti. In carriera ha tracciato uomini roboanti e vitali, più o meno premiati del destino, da La spiaggia di Lattuada a Un eroe dei nostri tempi di Monicelli, da Lo scopone scientifico di Comencini (per cui ha vinto il Nastro d'argento) a Febbre da cavallo di Steno, che l'ha diretto in sette film. "Papà vedeva in Carotenuto uno dei pochissimi attori italiani che era sempre lui - spiega Enrico Vanzina in conversazione con Gloria Satta -. Voleva dire poter contare sul ruolo che hai scritto sapendo che l'umanità di un attore come lui l'avrebbe portato a una dimensione superiore. In questo è come Sordi o Verdone".
    L'energia vitale "dei ruoli di papà era la stessa che aveva a casa" spiega all'ANSA Claretta Carotenuto. "Era un uomo e un artista fedele a se stesso". La mole di lavoro che ha lasciato riflette una "poliedricità di ruoli, in tutte le sfaccettature della commedia all'italiana, dai musicarelli ai film in costume, dai film dell'estate a quelli con toni più drammatici e storie forti".
    Una ricchezza artistica esplorata durante la giornata (realizzata con il Patrocinio di Roma Capitale, Rai, Titanus, con il riconoscimento della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del ministero della Cultura e la collaborazione di Rai Teche) anche con la visione del documentario La maschera e il sorriso - L'avventura artistica di Mario Carotenuto che la figlia Claretta aveva realizzato per i 100 anni dalla nascita; l'incontro sul libro monografico scritto da Domenico Palattella per Edizioni Il Foglio; la mostra iconografica curata dalla Cineteca Lucana; gli approfondimenti sulla cinematografia e il percorso teatrale dell'attore, e per chiudere, una serata d'onore moderata da Marco Giusti, con amici e colleghi come Enzo G. Castellari, Pippo Franco, Pier Francesco Pingitore, Alvaro Vitali. Un omaggio arriva anche dalla As Roma: la maglia della squadra con il nome 'Carotenuto' e il numero 1916 (la sua data di nascita, ndr).
    "È stato fra i pochi attori rimasto in piedi in ogni stagione della commedia all'italiana - osserva Claretta Carotenuto -.
    Amava mettersi in gioco, era un amante della vita ed era pronto a rischiare. A me diceva sempre di non giocare in difesa nella vita, ma in attacco, e che bisogna avere sempre il senso dell'ironia perché senza di quello non si va avanti… aveva ragione".
   

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