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Francesco Di Leva, in un'ossessione fino a 'Nottefonda'

Francesco Di Leva, in un'ossessione fino a 'Nottefonda'

In sala con Luce Cinecittà il film di Miale Di Mauro

ROMA, 17 aprile 2025, 19:11

di Francesco Gallo

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un'ossessione che non finisce mai quella di Ciro (Francesco Di Leva), elettricista napoletano cinquantenne, che ogni notte esce con il figlio di tredici anni, Luigi (Mario Di Leva), alla ricerca di quell'auto rossa che ha investito e ucciso l'amata moglie. Per dimenticare non gli basta il crack che fuma sulla terrazza condominiale, né il tempo che passa, il suo lutto sembra proprio non finire mai. A consolare Ciro solo la pistola che ha nel cassetto della sua auto, chiaro segno della sua voglia di vendicarsi o forse di farla finita. 'Nottefonda' di Giuseppe Miale Di Mauro si presenta così, cupo e senza speranza. Liberamente tratto dal suo romanzo, 'La strada degli Americani' (Frassinelli), il film in sala dall'8 maggio con Luce Cinecittà racconta di quest'uomo disperato che ha dalla sua solo il figlio, qualche amico e l'affidabile madre che ogni sera lo aspetta a casa.

Il Ciro del film, dice Francesco Di Leva : "È un uomo che sprofonda in un abisso e dopo aver raggiunto il punto più profondo e oscuro della sua esistenza prova in tutti i modi a risalire a galla, sperando di vedere presto la luce. Non è un vero tossicodipendente, ma ha trovato nell'uso e nell'abuso del crack uno sfogo per uscire dalla traversata del lutto che lo ha colpito dopo la morte improvvisa di sua moglie in un incidente stradale. Per restituire al personaggio il dolore, la fatica, ma anche la tenerezza che si porta dietro come un macigno - continua l'attore - ho lavorato molto sul silenzio. Ciro evita di confrontarsi con le persone e anche di incontrare gli sguardi degli altri, sfugge a qualsiasi contatto umano perché questa circostanza implicherebbe un confronto. Lui sa che è il momento di essere invaso dalla sofferenza, vuole percepirla come ultima e grande esperienza di amore verso sua moglie mentre tutto il resto, gli altri, la vita di ogni giorno, vengono dopo". "Ho capito che volevo raccontare Napoli come una città universale dove collocare il mio protagonista e la sua storia umana - dice il regista-scrittore - . Farlo vagare in una città notturna, piena di gru del porto, di rumori di muletti in azione, di container pronti a partire, di sabbia nera del vulcano e mare grigio d'inverno, di cavalcavia isolati e di strade periferiche e buie. E poi un'auto, quella di Ciro, che le percorre. Sullo sfondo il Natale che illumina le case degli altri e mette tristezza a chi non ha niente da festeggiare".

E ancora Miale Di Mauro: "M'interessava solo guardare da molto vicino lo sforzo di quest'uomo che combatte contro sé stesso per attraversare la sua bizzarra elaborazione del lutto. Stare con lui, sempre con lui, sulla sua faccia livida e i suoi capelli radi, segni evidenti di dolore e disperazione. Fino all'alba che - finalmente - lo libererà dal supplizio con un sorriso di pianto". Scritto dallo stesso regista con Bruno Oliviero e Francesco Di Leva, Nottefonda è prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema in collaborazione con Leocadia. Nel cast oltre ai Di Leva padre e figlio anche Adriano Pantaleo, Giuseppe Gaudino, Valeria Colombo, Dora Romano e l'amichevole partecipazione di Chiara Celotto.

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