Scrivere una serie "di quelle nelle quali si esplora un 'caso' in ogni episodio, come succedeva nei telefilm con cui sono cresciuto, come Colombo, Rockford, la Signora in Giallo, Magnum P.I; ma pensando anche a serie come In viaggio nel tempo o L'incredibile Hulk, con un elemento di mistero centrale che prende l'intera stagione per dipanarsi". E' stato il punto di partenza per Rian Johnson (Star Wars - Gli ultimi Jedi, Knives out), per creare Poker Face, la serie mystery on the road in 10 episodi con Natasha Lyonne mattatrice, che ha debuttato su Peacock Usa a gennaio ed è già stata rinnovata per una seconda stagione. L'occasione per parlarne, sono gli incontri a Los Angeles di 'Deadline Contenders' con i panel dedicati ad alcune delle principali serie e miniserie per il piccolo schermo della stagione. Al centro della trama di Poker Face, che ha conquistato anche la critica, c'è Charlie Cale (Lyonne), cameriera in un casinò apparentemente appagata da una vita senza troppi legami o responsabilità, che ha la straordinaria capacità di essere una sorta di macchina della verità umana: capisce subito quando qualcuno sta mentendo. Quando la sua migliore amica Nathalie viene uccisa, Charlie decide di scoprire il colpevole: un'indagine che la pone a confronto con un sistema illegale pericoloso. Per salvarsi la vita, la protagonista è costretta a fuggire, e muovendosi per gli Usa, a bordo della sua Plymouth Barracuda, senza fermarsi mai troppo in luogo, si ritrova a indagare su una serie di crimini. Un percorso che la serie arricchisce con guest star e cointerpreti di primo piano come Adrien Brody, Ellen Barkin, Nick Nolte, Chloe Sevigny, Joseph Gordon-Levitt, Tim Blake Nelson, Ron Perlman, Simon Helberg, Clea DuVall, Rhea Perlman, Judith Light, Stephanie Hsu, S. Epatha Merkerson. "Charlie è una donna positiva, che ama le persone e vive solo il presente, con un passato forse non 'semplice' e leggero alle spalle - spiega Natasha Lyonne, già interprete di una serie gioiello come Russian Doll e qui anche coproduttrice esecutiva -. Quando Rian mi ha dato la sceneggiatura del pilot di Poker face, scritta da lui, mi ha conquistato. Era una storia scatenata, commovente, brillante". Tutte le serie "che mi tenevano incollato al televisore sin da bambino - aggiunge Johnson - avevano una star incredibilmente carismatica al centro. Ad esempio, vedendo 'Colombo' ti appassioni ai casi ma resti principalmente affascinato da Peter Falk. Oggi non ci sono tanti artisti con quel carisma. Poi mi è capitato di vedere Russian Doll e quando ho incontrato Natasha, ho capito subito che lei aveva quella dote". La serie "è stata costruita su di lei", seguendo l'idea di "esplorare di episodio in episodio vari toni, dalla farsa all'horror". Natasha Lyonne ha anche diretto l'episodio che aveva come guest star Nick Nolte: "L'idea come tutto quello che riguarda Poker Face, è stata di Rian - sottolinea Lyonne -. Quella puntata è una storia incentrata sui rimorsi, come suggerisce anche il titolo, La sindrome di Orfeo, e sulla necessità quando fai dell'arte di metterti in gioco completamente, se vuoi risultare vero".
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