Donald Trump scivola nei sondaggi: il 51% degli americani interpellati in un rilevamento The Economist/YouGov ne disapprova l'operato, mentre il 43% lo approva. Lo stesso sondaggio due settimane fa aveva visto l'opinione pubblica divisa: 48% favorevoli e 49% sfavorevoli.
Le due settimane hanno visto le mosse dell'amministrazione sui dazi che hanno messo le borse mondiali sulle montagne russe.
Trump ha cominciato il suo secondo mandato con livelli di popolarità più alti che in ciascun punto del primo incarico da presidente. Il sondaggio ha toccato anche la questione dei dazi: il 52% è contrario alle misure adottate.
Wall Street chiude positiva, con lo S&P 500 che archivia la sua settimana migliore dal 2023 salendo del 5,7%. Il balzo è seguito al rallentamento nelle ultime ore delle pressioni sul dollaro e sui treasury, dopo che la presidente della Fed di Boston, Susan Collins, ha detto in un'intervista al Financial Times che la banca centrale è pronta ad aiutare a stabilizzare i mercati.
Xi Jinping risponde a tono a Donald Trump, rialza i controdazi dall'84% al 125% sulle importazioni a stelle e strisce e lancia la proposta all'Ue di unire le forze a difesa della globalizzazione e del multilateralismo contro il "bullismo" della Casa Bianca. Con l'annuncio della nuova rappresaglia speculare e simmetrica e i ricorsi all'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), Pechino ha chiarito che non seguirà più il tycoon nei suoi rilanci tariffari, pur nella certezza che risponderà agli attacchi, mentre il presidente americano rivendica la sua strategia: "Stiamo andando davvero bene con la nostra politica sui dazi. Molto entusiasmante per l'America e per il mondo!", ha scritto su Truth.
La Cina "ignorerà gli ulteriori giochi sui numeri dei dazi Usa" che avranno "perso la giustificazione economica" perché già ora i beni americani sono fuori mercato, ha rimarcato il ministero delle Finanze. "La successione di imposizione dei dazi esorbitanti da parte americana è diventata un gioco di numeri senza significato economico, dimostra solo la pratica Usa di impiegare le tariffe come arma di bullismo e coercizione", ha rincarato un portavoce del ministero del Commercio.
Fedele al detto mandarino che 'una crisi può diventare un'opportunità', Xi prova a cavalcare il caos provocato dalle intemperanze di Trump per tessere la sua rete, corteggiando tutti quelli che il tycoon ha definito "sfruttatori", anche gli alleati storici dell'America. Al premier spagnolo Pedro Sanchez, accolto a Pechino con tutti gli onori e circondato dalla linea di punta dei massimi funzionari cinesi, Xi ha ripetuto che "non ci sono vincitori in una guerra commerciale e andare contro il mondo porta solo all'autoisolamento", lanciandosi nei primi commenti pubblici sulla guerra dei dazi con i panni di leader affidabile di fronte alla destabilizzazione dei mercati finanziari e del commercio globale. Pechino "non è spaventata", ha puntualizzato il leader comunista più potente dai tempi di Mao Zedong, perché "negli ultimi 70 anni, lo sviluppo della Cina si è sempre basato sull'autosufficienza e sul duro lavoro. Non ha mai fatto affidamento sul favore di nessuno, né ha mai temuto alcuna irragionevole repressione".
Quindi la proposta di unità d'intenti anti-Usa perché "la Cina ha sempre guardato all'Ue come ad un attore importante in un mondo multipolare, ne sostiene l'unità e la crescita", ha detto Xi con toni lontani anni luce dalle dichiarazioni shock di Trump secondo cui l'Unione europea è "nata per fregare gli Stati Uniti". Sanchez, che a Pechino si è presentato per tutelare i dossier commerciali iberici strappando promesse vaghe su carne di maiale e ciliegie, ha replicato di vedere l'opportunità di approfondire le relazioni chiedendo però che "la Cina manifesti sensibilità di fronte alle richieste europee di riequilibrio degli scambi". I numeri sono impietosi: il deficit commerciale dell'Ue ha superato nel 2024 i 300 miliardi di euro. Mentre con lo sbarramento americano si profila uno tsunami di prodotti cinesi sottocosto verso nel Vecchio continente.
Il leader cinese, che secondo la Cnn Trump vorrebbe fosse il primo ad alzare il telefono, può annotare un punto a suo favore, non solo d'immagine. La Commissione europea ha annunciato che il vertice con la Cina, atteso inizialmente a Bruxelles per i 50 anni di relazioni diplomatiche e a cui Xi non aveva intenzione di partecipare, si terrà invece a Pechino, alla fine di luglio.
A dispetto delle tensioni commerciali e della guerra in Ucraina, con il Dragone troppo vicino a Mosca.
Per poterla spuntare nella guerra commerciale, Xi ha bisogno di più sponde. La prossima settimana, dal 14 al 18 aprile, sarà in Vietnam, Malaysia e Cambogia, tre dei dieci Paesi del blocco dell'Asean tra i più colpiti dai 'dazi reciproci' di Trump, sospesi per 90 giorni. Il segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha chiarito che il governo Usa mira a concludere accordi con i partner commerciali nei prossimi tre mesi prima di rivolgersi alla Cina "come gruppo". Con l'amministrazione Trump che punta a isolare il Dragone, la posta in gioco della missione di Xi è alta. Il blocco dell'Asean è fondamentale per Pechino: nel 2024 è stato il principale partner commerciale, seguito da Ue e Stati Uniti, con la quota di export diretto salita al 16,4% nel 2024 dal 12,8% del 2018. Spesso in transito verso l'America.
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