"Quello a cui assistiamo oggi è
il fallimento totale di un intermediario centralizzato, di
quella risma che i regolatori ritengono essere maggiormente
gestibile. Se è un fallimento della regolamentazione, non lo è
nel senso in cui si potrebbe intendere di primo acchito. Il
rischio è quello che si legiferi troppo sull'onda dell'ultima
notizia, senza tenere conto di questioni molto importanti
soprattutto per gli intermediari". A sostenerlo è l'analista
Gianluca Grossi, caporedattore di Criptovaluta.it, interpellato
in seguito al collasso di Ftx, il secondo exchange cripto per
importanza, salvato in extremis dalla rivale Binance dopo una
crisi di liquidità, fatto che torna a far parlare di
regolamentazione del settore.
"Le regole in via di approvazione tanto in Europa quanto
negli Stati Uniti - spiega Grossi all'ANSA - individuano negli
exchange, gli intermediari simil-bancari del mondo cripto, degli
interlocutori privilegiati. Lo stesso Sam Bankman-Fried, leader
del quasi defunto exchange FTX, era tra i lobbisti più potenti
in quel di Washington. Tra le altre cose era dotato di regolare
licenza cipriota, che secondo le regole europee è valida in
tutta la UE per parte delle sue attività".
"I protocolli della finanza decentralizzata, quelli
interamente cripto e privi di intermediari - aggiunge - hanno
invece tenuto nonostante la tempesta, senza che nessun utente
perdesse i propri fondi, cosa che invece non si può dire
purtroppo per gli utenti di FTX: un caso di ammanchi di depositi
regolarmente effettuati dai clienti, che però al momento del
prelievo si sono rivelati non essere sufficienti per tutti".
Grossi sostiene che "gli exchange di criptovalute invece non
hanno diritto ad operare con riserva frazionaria: devono
detenere tutte le riserve dei clienti e non investirle in altri
progetti". "Non è ancora chiaro cosa sia avvenuto da FTX -
sottolinea - ma è sicuro che ad un certo punto i clienti non
hanno più potuto prelevare i propri fondi. Questo non è avvenuto
nel tanto vituperato mondo della finanza decentralizzata. Il
concetto spinto dalla filosofia delle cripto, ovvero di essere
custodi dei propri fondi, assume in tali circostanze ancora più
importanza."
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