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Nuovo raid su Kiev. Mosca: 'Avanziamo a Sumy'

Nuovo raid su Kiev. Mosca: 'Avanziamo a Sumy'

Ucraini: 'È falso'. Zelensky invia un team in Usa per i minerali

ROMA, 06 aprile 2025, 20:21

Stefano Intreccialagli

ANSACheck
Attacco missilistico russo su Kiev © ANSA/AFP

Attacco missilistico russo su Kiev © ANSA/AFP

Nel giorno di lutto nazionale per la strage dei bambini di Kryvyi Rih, Mosca non ha pietà delle città ucraine. E torna a bombardare tutto il Paese invaso, compresa la capitale Kiev dove i missili balistici russi hanno provocato un morto e tre feriti e distrutto parzialmente l'edificio della Freedom Tv, il canale pubblico ucraino che trasmette in lingue straniere, russo compreso.

E mentre bombardano dal cielo, le forze di Vladimir Putin si muovono a Sumy, nel nord dell'Ucraina, dove in una rara avanzata rivendicano la conquista della città di Basovka, a circa 3 km dal confine del Kursk. "Fake news", hanno replicato i militari ucraini. Ma resta il segnale preoccupante per la difesa di Kiev, che non può permettersi di subire ulteriori perdite territoriali, mentre l'esercito è sempre più in difficoltà su tutte le linee di combattimento e la diplomazia fatica a fermare gli scontri che ormai vanno avanti da oltre tre anni. Oltre ai raid su Kiev, i droni di Mosca hanno colpito a Mykolaiv, Sumy, Kharkiv, Khmelnytskyi e Cherkasy, mentre a Kherson un attacco ha provocato un morto. Un crescendo di raid che, secondo Volodymyr Zelensky, rivela le reali intenzioni del Cremlino: proseguire la campagna di terrore finché il mondo lo permetterà.

"La Russia non vuole fermarsi. Ogni nostro partner, dagli Stati Uniti all'Europa, lo ha visto chiaramente. Per questo motivo, la pressione deve continuare", ha ripetuto come un mantra il presidente ucraino, ricordando che lui "ha accettato la proposta dell'America di un cessate il fuoco completo e incondizionato. Ma Putin la rifiuta. Stiamo aspettando la reazione degli Stati Uniti, ma non ce n'è ancora nessuna", ha criticato Zelensky alimentando quella che ormai è una polemica quotidiana con gli Stati Uniti, accusati di essere deboli nella posizione con la Russia. Le tensioni rischiano di esplodere nei prossimi giorni, quando una delegazione di Kiev viaggerà a Washington per discutere della nuova proposta americana sull'accordo per i minerali ucraini, considerata ampiamente sfavorevole per il Paese invaso.

 

"Ma non è una versione definitiva", ha chiarito la ministra dell'Economia Yuliia Svyrydenko. E "siamo molto concentrati nel garantire che la bozza finale sia pienamente in linea con i nostri interessi strategici". Per le autorità ucraine, la debolezza americana nei confronti di Mosca permette all'invasione di proseguire. Perché nonostante gli accordi raggiunti in Arabia Saudita, nessuna tregua sull'energia e sul mare è stata concretamente attuata: Mosca e Kiev continuano ad accusarsi reciprocamente di raid sulle strutture energetiche. "L'attacco russo di oggi ha coinvolto missili lanciati dal Mar Nero", secondo Zelensky.

 

Di fronte a questo quadro, i prossimi passi restano ancora incerti: l'inviato del Cremlino Kirill Dmitriev ha evocato la possibilità di nuovi contatti tra funzionari russi e americani già "la prossima settimana", senza tuttavia citare direttamente il dossier ucraino. Nel frattempo, ci ha provato Emmanuel Macron a invocare una reazione più decisa dei partner di Kiev: "Gli attacchi della Russia devono cessare, è necessario un cessate il fuoco il prima possibile. E azioni forti, se la Russia continua a cercare di guadagnare tempo e rifiutare la pace", ha chiesto il presidente francese, che già in occasione dell'incontro all'Eliseo a fine marzo aveva annunciato la decisione unanime dei Volenterosi di non ritirare le sanzioni contro la Russia. Intanto il tempo stringe per gli ucraini: affaticati su tutto il fronte e quasi del tutto respinti dai territori occupati nel Kursk dall'agosto 2024, ora devono affrontare il rischio di un'avanzata nella regione di Sumy. La presunta caduta di Basovka segue infatti la conquista russa a marzo di un villaggio vicino, quello di Novenke, il primo catturato dagli invasori dalla loro ritirata dall'oblast nella primavera del 2022. Una notizia inquietante per Kiev, ben lontana dal riconquistare quell'iniziativa sul terreno necessaria a sedersi in posizione di forza al tavolo della pace.

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