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Il monito dell'Onu: 'Conseguenze catastrofiche se si ignora Sudan'

Il monito dell'Onu: 'Conseguenze catastrofiche se si ignora Sudan'

Save the Children: '6 milioni di bambini sradicati'

ROMA, 15 aprile 2025, 15:48

Redazione ANSA

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Un gruppo di sfollati sudanesi a Khartoum © ANSA/EPA

Un gruppo di sfollati sudanesi a Khartoum © ANSA/EPA

   "È necessario compiere ogni sforzo per ristabilire la pace in Sudan. Il sostegno umanitario e di cooperazione allo sviluppo deve essere intensificato. Continuare a chiudere gli occhi avrà conseguenze catastrofiche": si chiude così la dichiarazione rilasciata da Filippo Grandi, Alto commissario dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), in occasione del secondo anniversario della guerra civile in Sudan.

 

    "Il Sudan sta sanguinando. La sua popolazione soffre da troppo tempo. I civili vengono bombardati ogni giorno. Milioni di persone sono bloccate tra il conflitto, l'abbandono e il dubbio di fuggire", ha detto Grandi, ricordando che quella sudanese "è ora la peggiore crisi umanitaria e di persone in fuga al mondo, intensificata dai tagli estremi all'assistenza internazionale" e denunciando "l'indifferenza del resto del mondo, che negli ultimi due anni ha dimostrato scarso interesse nel portare la pace in Sudan o soccorso ai suoi vicini".

    Di ritorno dal Ciad, che ospita quasi un milione di sfollati sudanesi, Grandi ha ricordato le difficoltà crescenti affrontate anche dai Paesi africani che accolgono i rifugiati, avvertendo che "la stabilità dell'intera regione è minacciata".

    "L'impatto di questa emergenza si fa sentire anche più lontano.

    I rifugiati sudanesi stanno arrivando in Uganda e attraversano la Libia, affrontando viaggi estremamente pericolosi, per raggiungere l'Europa", ha continuato, sottolineando che "molti hanno intrapreso questi viaggi e molti altri seguiranno l'esempio" per vedere garantiti i loro diritti fondamentali.

Save the Children: 'In Sudan ci sono 6 milioni di bambini sradicati' 

    In Sudan, dove è in corso "la più grande crisi umanitaria del pianeta" per colpa della sanguinosa guerra civile, "6 milioni di bambini sono sradicati dalle loro case e quasi 13 milioni di persone sono sfollate", che costituiscono "la maggioranza della popolazione" sudanese: lo dichiara il responsabile per il Sudan delle operazioni umanitarie di Save the Children, Francesco Lavino, raggiunto telefonicamente dall'ANSA a Port Sudan.

     "Le vittime principali sono i bambini e sembra che i bambini siano le nuove vittime di queste guerre". "Noi come Save the Children lavoriamo per appoggiare i bambini che arrivano a migliaia nei campi per sfollati dove lavoriamo. Ultimamente vengono dal Nord Darfur, dal Fashir, dove c'è stato un recente attacco a uno dei principali campi per sfollati del Paese, lo Zanzam Camp", dove, "insieme a centinaia di persone sono stati uccisi anche 9 operatori umanitari. Noi ci stiamo occupando di accogliere tutti i bambini e le loro famiglie che stanno fuggendo da questa nuova onda di attacchi", spiega Lavino.

     "I bambini, quando arrivano da noi, hanno gli occhi persi, tristi, depressi: occhi che hanno visto violenze inenarrabili, anche su di loro e sui membri della loro famiglia. Noi cerchiamo di dare loro un po' di speranza attraverso il cibo, l'accesso all'acqua, un luogo sicuro dove dormire e passare la notte. E attraverso il nostro sostegno e i nostri programmi di salute e di nutrizione", dice il responsabile dell'associazione umanitaria, che spiega di trovarsi a Port Sudan, "perché Khartoum non è ancora accessibile", anche se "stiamo valutando un possibile ritorno per aiutare la popolazione" nella capitale.

    Quella sudanese, "è una crisi dimenticata che va avanti da due anni in tutta la sua brutalità" e che non gode della stessa attenzione dell'Ucraina o di Gaza. "La comunità internazionale deve spingere per un immediato cessate il fuoco, per garantire il lavoro delle organizzazioni umanitarie, inclusa Save the Children, e per procedere a una pacificazione del Paese. Bisogna rafforzare l'intervento umanitario e il supporto dei vari governi insieme alle Nazioni Unite per intavolare negoziati di pace", conclude Lavino. 

Oim: 'Oltre 2 milioni di sudanesi potrebbero tornare a Khartoum' 

    Più di 2,1 milioni di sfollati in Sudan potrebbero tornare a Khartoum entro sei mesi, se le condizioni di sicurezza e le infrastrutture lo permetteranno: lo ha dichiarato l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).

    "Secondo le stime dell'Oim, nei prossimi sei mesi 2,1 milioni di persone torneranno nella capitale Khartoum, e queste stime si basano sul numero di persone che riteniamo abbiano lasciato la capitale quando è iniziata la guerra", ha affermato Mohamed Refaat, capo missione dell'Oim con sede a Port Sudan, al briefing periodico dell'Onu a Ginevra.

     "Stimiamo quindi che il 31 per cento degli sfollati in Sudan dopo la guerra provenga effettivamente da Khartoum e che quasi il 50 per cento di loro" tornerà nella capitale, ora controllata dalle Forze armate sudanesi (Saf), che hanno riconquistato la città dalle forze paramilitari di supporto rapido (Rsf).

     "Naturalmente, ciò dipenderà dalla situazione della sicurezza e dalla disponibilità di servizi sul posto", ha continuato. La città è stata parzialmente distrutta dai combattimenti tra le due parti, in guerra dal 15 aprile 2023, e gli ordigni inesplosi rappresentano un serio problema di sicurezza. "Possiamo quindi constatare che alcuni punti di Khartoum sono stati bonificati, ma il processo, ne sono certo, richiederà più tempo. Non dobbiamo dimenticare che l'intera rete elettrica di Khartoum è stata distrutta", ha spiegato Refaat.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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