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Trump pronto a colpire chip e farmaci, ma forse sospende i dazi sulle auto. L'Europa tratta

Trump pronto a colpire chip e farmaci, ma forse sospende i dazi sulle auto. L'Europa tratta

Ennesima giravolta del presidente degli Usa. Il commissario europeo Sefcovic a Washington, l'Ue gioca la carta del gnl dagli Stati Uniti

WASHINGTON, 15 aprile 2025, 11:12

di Claudio Salvalaggio

ANSACheck
Trump pronto a colpire chip e farmaci, ma forse sospende i dazi sulle auto. L 'Europa tratta © ANSA/EPA

Trump pronto a colpire chip e farmaci, ma forse sospende i dazi sulle auto. L 'Europa tratta © ANSA/EPA

Donald Trump potrebbe fare l'ennesima giravolta sui dazi, questa volta sul 25% inflitto alle auto. Parlando con i reporter, il presidente ha suggerito di esentare temporaneamente le case automobilistiche dalle tariffe per dare loro il tempo di adattare le proprie catene di approvvigionamento. "Sto valutando una soluzione che possa aiutare alcune case automobilistiche in questo senso", ha detto spiegando che esse hanno bisogno di tempo per trasferire la produzione da Canada, Messico e altri paesi.

"Hanno bisogno di un po' di tempo perché produrranno i loro prodotti qui. Quindi sto parlando di cose del genere", ha detto Matt Blunt, presidente dell'American Automotive Policy Council, un'associazione che rappresenta Ford, General Motors e Stellantis, ha affermato che il gruppo condivide gli obiettivi di Trump di aumentare la produzione nazionale. "C'è una crescente consapevolezza che dazi estesi sui componenti potrebbero minare il nostro obiettivo comune di costruire un'industria automobilistica americana fiorente e in crescita, e che molte di queste transizioni della catena di approvvigionamento richiederanno tempo", ha affermato Blunt.

 

   Trump continua a seminare caos nella sua guerra commerciale planetaria, rivelando che già questa settimana annuncerà dazi sui semiconduttori, anche se ci sarà flessibilità con alcune aziende del settore. Ciò significa che l'esclusione degli smartphone e dei computer dalle tariffe reciproche con la Cina avrà vita corta. Il presidente ha inoltre confermato che colpirà anche i farmaci.

Mosse che si inseriscono nel piano di riportare in Usa le produzioni strategiche, dai chip ai medicinali, dall'acciaio all'alluminio e alle auto. In modo da non dipendere da Paesi stranieri, tantomeno dalla Cina. Il tutto con una certa elasticità: "Non cambio idea, nessun Paese si salverà, ma sono flessibile", ha detto il tycoon tentando di spiegare il suo "back-and-forth" (tira e molla) tariffario. Wall Street e le altre borse hanno iniziato la settimana positivamente ma il dollaro continua a indebolirsi e l'incertezza incombe sugli investitori.

 

    In un clima segnato dalla crescente diffidenza, con nuove raccomandazioni dell'Ue ai suoi funzionari in missione negli Usa, il commissario Ue per il Commercio Maros Sefcovic è sbarcato a Washington per un nuovo round di colloqui con le sue controparti americane.

"L'Ue resta pronta a un accordo giusto, inclusa la reciprocità attraverso zero tariffe sui beni industriali e il lavorare sulle barriere non tariffarie. Raggiungere questo richiederà un significativo sforzo congiunto da tutte e due le parti". Lo afferma il commissario Ue al commercio Maros Sefcovic su X al termine di un incontro di 90 minuti con il segretario al commercio americano Howard Lutnick e il rappresentate commerciale statunitense Jamieson Greer.

    Nessun faccia a faccia sarebbe previsto con il segretario al Tesoro Steve Bessent, anche se i programmi sono in continuo aggiornamento. Lo scopo è scongiurare l'escalation della guerra commerciale "esplorando il terreno per una soluzione negoziata", come ha spiegato una nota stampa della Commissione europea sulla pausa di 90 giorni (sino al 14 luglio) alle sue contromisure contro i dazi Usa. "Come ha chiarito la presidente von der Leyen nella sua dichiarazione, l'Ue desidera 'dare una possibilità ai negoziati', ma qualora i colloqui non si rivelassero soddisfacenti, entreranno in vigore le contromisure dell'Ue, ora sospese, contro i dazi statunitensi su acciaio e alluminio continuano i lavori preparatori per ulteriori" ritorsioni eruopee, ha precisato la Commissione.

    Insomma, anche Bruxelles ha la pistola posata sul tavolo, senza contare la possibile leva europea sul debito pubblico americano, su cui Pechino pare aver già cominciato a lanciare messaggi chiari. Sul piatto delle trattative, l'Ue gioca la carta dell'acquisto di gas naturale liquefatto (gnl) dagli Stati Uniti, che è una delle richieste di Trump per riequilibrare il deficit commerciale. È "una possibilità" nel contesto "dell'attuale situazione", ha ribadito una portavoce della Commissione europea, ricordando che von der Leyen aveva già menzionato questa opzione lo scorso novembre, subito dopo le presidenziali Usa. Bruxelles si dice pronta a rafforzare la diversificazione delle fonti energetiche, dopo il progressivo distacco dal gas russo, e sottolinea che "gli Stati Uniti sono assolutamente una delle opzioni possibili". Alla domanda su meccanismi specifici, come il possibile rilancio del sistema di acquisti congiunti a livello Ue, la portavoce ha risposto che "l'aggregazione ha già dimostrato la sua efficacia e potrebbe essere una delle opzioni. Fa parte dei negoziati in corso". 

    Peccato che nel frattempo, come riferisce Reuters, alcuni ceo delle major europee pensino a rafforzare l'import del meno costoso gas russo, anche da Gazprom, se ci fosse una svolta in Ucraina. "Se si raggiungesse una pace ragionevole in Ucraina, potremmo tornare a flussi di 60 miliardi di metri cubi, forse 70, all'anno, gnl incluso", ha dichiarato Didier Holleaux, vicepresidente esecutivo della francese Engie.
    Intanto il tycoon vanta le sue politiche commerciali per intestarsi il merito della mossa di Nvidia, che produrrà i suoi supercomputer di intelligenza artificiale interamente negli Stati Uniti per un valore di 500 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. 

Casa Bianca per taglio 50% budget dipartimento di Stato

 L'Ufficio Office of Management and Budget della Casa Bianca ha proposto di tagliare quasi del 50% il bilancio del Dipartimento di Stato, chiudere diverse missioni diplomatiche all'estero, ridurre drasticamente il numero di funzionari diplomatici ed eliminare i finanziamenti per quasi tutte le organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite, molte delle sue agenzie e la sede della Nato. Lo riportano i media Usa, citando dirigenti dell'amministrazione protetti all'anonimato.

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