Tadej Pogacar può vincere la Parigi-Roubaix? La domanda sta letteralmente 'elettrizzando' la 122/a edizione della regina delle classiche, alla quale domenica lo sloveno parteciperà per la prima volta. Anche se il terreno di gara non è favorevole all'iridato, molti ritengono che abbia le carte in regola per aggiungere la Roubaix alla sua collezione di successi nella Classiche (ne conta già otto).
Oltretutto, il rivale più accreditato, quel Mathieu Van der Poel che la classicissima francese l'ha vinta due volte, l'ultima l'anno scorso, sembra non essere al top. Infatti il suo ds alla Alpecin-Deceuninck, Christoph Roodhooft, ha rivelato che il suo pupillo deve ancora smaltire del tutto i postumi della febbre avuta nei giorni precedenti al Fiandre, dove peraltro Van der Poel ha chiuso al terzo posto.
Francesco Moser sostiene invece che il fatto di essere un fuoriclasse del ciclocross in una corsa come quella francese può giovare moltissimo all'olandese figlio e nipote d'arte. Di sicuro Van der Poel ci sarà, a prescindere da come si sente, perché tiene fin troppo a questo appuntamento.
Così quello nella corsa definita anche 'l'inferno del Nord' sarà un duello tutto da vedere, che per Pogacar sarà anche la sfida definitiva: battere Van der Poel, e anche Wout Van Aert, Mads Pedersen e Filippo Ganna su un terreno in teoria più adatto a loro, corridori superpotenti costruiti per resistere alla durezza della Regina delle Classiche, sembra una missione impossibile.
Il percorso, con i suoi 55 km di tratti in pavé, è semplicemente troppo piatto per il campione del mondo e per la sua struttura relativamente modesta (1,76 m e circa 65 kg). E poi è dai tempi della vittoria di Bernard Hinault nel 1981 che un vincitore del Tour de France dell'anno precedente non si impone a Roubaix. Pogacar non pensava di esserci, ma "con lo stato di forma in cui mi trovo, se non ci provo adeso non ci riuscirò mai", ha spiegato dopo il triondo nel giro delle Fiandre.
Tenterà l'impresa, carico come non mai, anche Filippo Ganna: "la Roubaix non l'ho mai preparata bene come quest'anno - le sue parole -. L'ho vinta tra gli under 23 nel 2016, avevo 19 anni e attaccai a 4 chilometri dalla fine. Sarebbe bello ripetersi nella massima categoria e portare a casa la pietra più preziosa. Una volta fatto il massimo, se arriverà il risultato benissimo, se qualcuno sarà più forte di me gli farò i complimenti".
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