Prosegue l'impegno della Camera di
commercio dell'Umbria per la salvaguardia e la valorizzazione
della cucina regionale e dei prodotti tipici.
Depositata questa mattina agli uffici di Perugia la ricetta
tradizionale della Ciaramicola codificata dall'Accademia
italiana della cucina.
Ci sono - spiega la Camera di commercio in un comunicato -
tutti gli ingredienti del dolce tradizionale pasquale
identitario di Perugia (farina, zucchero a velo, burro,
alchermese e tanti altri).
L'atto notarile, redatto dal notaio Matilde Patrizia Leotta, è stato consegnato dal segretario generale dell'Accademia, Roberto Ariani al presidente della Camera di commercio dell'Umbria, Giorgio Mencaroni.
"E' un
momento storico per la Camera di commercio dell'Umbria che
accoglie nei propri archivi il deposito della prima ricetta
storica identitaria" ha sottolineato quest'ultimo. "L'impegno
del nostro Ente camerale per la valorizzazione dei prodotti
tipici è consolidato - ha aggiunto -, basti pensare al nostro
lavoro incessante in termini di ideazione e organizzazione di
eventi anche di richiamo nazionale come il premio nazionale
Ercole Olivario, premi regionali Olio dop Umbria, L'Umbria del
Vino, il concorso L'Umbria dei Formaggi solo per citarne alcuni.
Vorrei anche ricordare che l'Umbria si è già distinta
nell'ambito della valorizzazione dei prodotti tipici con il
riconoscimento nel 2020 dell'Igp per il prodotto tipico
Pampepato di Terni, grazie al lavoro svolto dall'allora Camera
di commercio di Terni, unico dolce dell'Umbria ad aver acquisito
ad oggi questa importante certificazione, ora mi auguro che a
questo deposito ne seguano molti altri".
La Camera di commercio spiega che il deposito degli atti
notarili stipulati dall'Accademia non ha valore legale dal punto
di vista della proprietà industriale o intellettuale. Ha invece
una valenza considerata importante di natura esclusivamente
culturale e "potrebbe essere finalizzato a formare, nel tempo,
proprio una raccolta che funga da fonte di conoscenza per la
cittadinanza e gli operatori del settore".
Soddisfatti i rappresentanti dell'accademia presenti nella
sala consiglio dell'ente camerale. "Abbiamo chiesto all'Ente di
poter fare questo deposito sulla scorta di esperienze analoghe
fatte da altre delegazioni, come il sodalizio stretto fin dal
1972 con la Camera di commercio di Bologna per quanto riguarda
le ricette gastronomiche identitarie come il ragù" ha spiegato
Massimo Moscatelli, Delegato di Perugia dell'Accademia Italiana
della Cucina. "L'Accademia italiana della cucina fondata a
Milano nel 1953, nel 2003 riconosciuta istituzione culturale
della Repubblica Italiana ha tra i suoi scopi istituzionali
proprio quello di salvaguardare e migliorare la tradizione
gastronomica italiana" ha ricordato il Segretario Generale
dell'Accademia, Roberto Ariani.
La codificazione con atto notarile della ricetta da parte
della delegazione di Perugia nasce da approfonditi studi e
ricerche sulle origini storiche, sulle caratteristiche
socio-culturali e sui ricettari, anche di famiglia e mira a
difendere e valorizzare "la cucina regionale legata al
territorio, alle sue tradizioni, ai suoi prodotti tipici".
Quella depositata in Camera di commercio - prosegue la nota -
non è l'unica ricetta oggi in uso ma quella che ha una
tradizione più consolidata. Ecco perché nel deposito, sono
citate anche le possibili varianti nella realizzazione del dolce
perugino pasquale.
L'aspetto della Ciaramicola è considerato carico di significato
"piccoli pezzetti di pasta venivano distribuiti sulla superficie
della ciambella in modo da formare cinque piccole 'collinette'
che simboleggiano i rioni storici di Perugia - Porta Sole, Porta
Sant'Angelo, Porta Susanna, Porta Eburnea e Porta San Pietro - e
al centro della ciambella in origine vi era una croce, fatta con
due strisce di pasta sovrapposte, che voleva richiamare Piazza
IV Novembre con la fontana Maggiore e il Duomo" spiega Marilena
Badolato, giornalista esperta di food, arte culinaria e membro
dell'Accademia di Cucina. "Le ricerche condotte negli archivi e
anche attraverso interviste alle famiglie perugine - ha detto -
ci dicono che il nome della Ciaramicola deriva dal greco kéramos
che vuole dire ceramica e risulta colorata, da sempre presente
nelle tavole nobiliari con almeno diciassette spezie".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA