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Ospedale Perugia ospita medici e infermieri della Palestina

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Ospedale Perugia ospita medici e infermieri della Palestina

Sanitari impegnati al Centro malattie emorragiche congenite

PERUGIA, 14 maggio 2025, 16:14

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dal 5 al 16 maggio, l'Azienda ospedaliera di Perugia ospita quattro professionisti sanitari palestinesi, medici e infermieri, nell'ambito di un programma di tirocinio formativo presso il Centro per le malattie emorragiche congenite della struttura di medicina d'urgenza, diretta dalla professoressa Cecilia Becattini, che si è svolto in collaborazione con il Centro regionale sangue, diretto dal dott.
    Mauro Marchesi.
    La permanenza a Perugia si inserisce all'interno del progetto HaemoPAL, iniziativa di cooperazione internazionale nata dalla collaborazione tra il Centro nazionale sangue, le Regioni Umbria, Marche, Emilia-Romagna e Toscana, la Fondazione Emo e quella For Anemia, con il sostegno dell'Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo (aics) del ministero degli Affari esteri.
    Obiettivo del progetto - si legge in un comunicato dell'Azienda ospedaliera - è migliorare l'assistenza e la cura delle persone affette da malattie emorragiche congenite e emoglobinopatie nei territori palestinesi, attraverso attività di formazione, scambio di competenze e invio di farmaci plasmaderivati donati dai cittadini italiani. Tali medicinali, forniti dalle Regioni partner, derivano da eccedenze rispetto ai fabbisogni nazionali e vengono destinati a scopi umanitari.
    La responsabile scientifica del progetto e della formazione in loco, la dottoressa Emanuela Marchesini, medico esperto in malattie emorragiche congenite, dell'Azienda Ospedaliera di Perugia, sottolinea che "il progetto HaemoPAL prevede l'istituzione di quattro centri per la diagnosi e il trattamento delle malattie ematologiche congenite in Cisgiordania". "Tre anni fa - spiega - abbiamo avviato attività di formazione in Palestina e a distanza, e ora possiamo riprendere i tirocini internazionali interrotti a causa del conflitto, presso gli ospedali italiani. È fondamentale valorizzare una risorsa preziosa come i plasmaderivati raccolti grazie alla generosità dei donatori italiani, contribuendo a colmare le gravi carenze strutturali e di personale sanitario qualificato nei territori palestinesi. Le malattie emorragiche congenite, pur avendo una bassa incidenza, rappresentano una priorità di sanità pubblica trascurata per la scarsità di competenze specifiche e per l'elevato costo dei farmaci e delle cure, spesso effettuate all'estero. Il progetto mira quindi a costruire una rete locale di centri di riferimento per la prevenzione, diagnosi e trattamento di queste patologie".
    "Questo intervento si inserisce pienamente tra le iniziative previste per l'impiego etico e solidale dei medicinali plasmaderivati eccedenti" dice Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria. "Grazie al Ministero della Salute - prosegue -, il Centro nazionale e regionale sangue e le Regioni coinvolte abbiamo dato vita a una rete di esperti nell'ambito della cooperazione sanitaria, che riguarda in particolar modo i paesi e le popolazioni civili ingiustamente colpite da conflitti. Il gesto di cura che parte dall'Umbria diventa così un gesto di speranza di pace. Un sentito ringraziamento va pertanto ai professionisti dell'Azienda ospedaliera di Perugia e dell'Università degli Studi per l'accoglienza e l'eccellente formazione offerta con professionalità e umanità ai colleghi palestinesi".
    "L'Azienda ospedaliera di Perugia - conclude la sua nota - conferma così il proprio impegno nel promuovere iniziative di solidarietà sanitaria internazionale, contribuendo allo sviluppo di sistemi sanitari più equi ed efficienti anche nei contesti più fragili".
   

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