La nomina di un "inviato speciale per
la tutela della libertà religiosa" potrebbe essere vicina. La
Commissione Esteri della Camera potrebbe votare, già mercoledì 3
novembre, una risoluzione che impegnerebbe il governo in tal
senso. Si tratta di una figura di cui si sono dotati già altri
Paesi e che nei fatti supporta il governo in alcune decisioni di
politica estera. Primo firmatario dell'atto parlamentare è Paolo
Formentini (Lega) che nel recente passato si era adoperato,
sempre attraverso il lavoro parlamentare, per far inserire nel
bilancio della Farnesina un Fondo apposito da destinare ai
cristiani perseguitati nel mondo.
A promuovere la proposta della nomina di un "inviato
speciale" è stata la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che
Soffre. "Come la recente drammatica crisi afghana ha dimostrato
occorre - sottolinea il direttore di Acs Alessandro Monteduro -
un rappresentante del Governo dedicato. Che monitori, assieme
alle Agenzie di informazione e di carità, la realtà delle
minoranze religiose, innanzitutto delle perseguitate comunità
cristiane, che accompagni la denuncia e che sia capace di
incidere nelle agende degli incontri diplomatici. Possiamo, per
fare un esempio, continuare ad erogare ancora i fondi della
cooperazione in Paesi nei quali non viene rispettata la libertà
religiosa?", si chiede il rappresentante della fondazione.
Per ricordare che cosa è già stato fatto negli altri Paesi,
gli Stati Uniti hanno promosso l'Alleanza Internazionale per la
Libertà Religiosa, l'Ungheria ha creato il Segretariato di Stato
per la persecuzione cristiana e in un numero crescente di
nazioni, quali Danimarca, Paesi Bassi, Stati Uniti, Norvegia,
Finlandia, Polonia e Regno Unito è stata istituita o riattivata
la carica di ambasciatore per la libertà religiosa e la fede; la
Germania ha creato l'Ufficio per il Commissario per la libertà
religiosa nel mondo; anche la Commissione europea ha nominato un
Inviato speciale per la promozione della libertà di religione e
credo. "La nomina anche in Italia di un Inviato Speciale per la
tutela della Libertà Religiosa sarebbe una bellissima notizia
per chi è impegnato affinché la libertà di fede nel mondo torni
ad essere considerata una libertà di serie A. Da troppo tempo
infatti altre libertà, quale quella sessuale o di genere, hanno
attenzioni, innanzitutto mediatiche, che alla libertà religiosa
non vengono riservate", conclude Monteduro ricordando che "la
carica di Inviato speciale per la tutela della libertà religiosa
per l'Italia di fatto confermerebbe che il diritto di professare
liberamente la fede religiosa, riconosciuto dall'articolo 19
della Costituzione italiana, non è valido solo a livello
nazionale ma deve anzi essere promosso in ogni sede
internazionale, quale diritto inviolabile di ciascuno".
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