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Fauci, scienza e politici capaci per affrontare i nuovi virus DIRETTA DALLE 10,00

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Fauci, scienza e politici capaci per affrontare i nuovi virus DIRETTA DALLE 10,00

Convegno ai Lincei. L'immunologo: 'sfida senza fine che richiede risposte efficaci’

15 maggio 2025, 16:50

Redazione ANSA

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Rappresentazione grafica di virus (fonte: GoodFon) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rappresentazione grafica di virus (fonte: GoodFon) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I virus sono una ‘sfida senza fine’, che va affrontata con una buona scienza e con politici capaci, in grado di comprendere l’emergenza e agire di conseguenza: lo ha detto l’immunologo Anthony Fauci intervenendo in video al convegno sulle emergenze virali organizzato dall'Accademia dei Lincei nell’ambito del ciclo di incontri su 'Il futuro dell'umanità'.

“Dobbiamo imparare ad aspettarci ciò che è inaspettato, lo abbiamo ripetuto molte volte”, ha detto Fauci riferendosi soltanto alle 20 nuove infezioni che sono avvenute fra il 1981 e il 2022, a partire da quella del virus Hiv responsabile dell’Aids al SarsCoV2 che ha scatenato la pandemia di Covid19 fino al virus mpox, noto anche come ‘vaiolo delle scimmie’. “Ci sono delle lezioni di scienza, salute pubblica e politica che dovremmo avere imparato dall’Aids e dal Covid-19”, ha aggiunto Fauci ripercorrendo la storia dei due virus che ha seguito più da vicino nella sua lunga carriera. 

Quanto sia necessario prepararsi lo dimostrano le tante sorprese sperimentate dal 1981, quando cominciava a diffondersi l’infezione da Hiv: “allora era una malattia mai vista, dalla patogenesei inattesa e sconcertante”, causata da un virus capace di mutare rapidamente, con numerose varianti in grado di sfuggire alle terapie e al sistema immunitario. “La stessa capacità di mutare velocemente è stata osservata nel virus SarsCoV2, con numerose varianti capaci di sfuggire e sistema immunitario, terapie e vaccini”, insieme alla trasmissione da persone asintomatiche per aerosol e alle conseguenze prolungate nel tempo.

In situazioni come queste “è fondamentale che il mondo politico dia una risposta efficace”, ma questo non è accaduto, per esempio, quando all’inizio degli anni ’80 emerse l’Aids: “l’allora presidente Ronald Reagan pronunciò pubblicamente il termine ‘Aids’ solo nel 1987. Un’altra “occasione perduta”, ha proseguito Fauci, c’è stata nella pandemia di Covid-19, quando nell’ottobre 2020 l’allora presidente degli Stati Uniti Donal Trump aveva dichiarato alla stampa che il virus stava per sparire. “Naturalmente non è accaduto e si è persa l’opportunità di utilizzare una carica di prestigio come quella del presidente per indurre le persone a fare il necessario per evitare l'infezione".

I risultati scientifici sono un altro fattore critico per prepararsi alle pandemie, grazie agli strumenti forniti dalla conoscenze accumulate nel tempo: “ogni avanzamento scientifico dipende da quanto si è fatto in precedenza” e la collaborazione fra discipline diverse è cruciale. Nel caso del Covid-19 queste conoscenze hanno portato a “risultati spettacolari per la ripidità con cui sono stati sviluppati”: appena 11 mesi contro i 10 anni necessari per il vaccino contro il morbillo, i 47 per l’anti-pertosse fino ai 105 contro la febbre tifoide.

Fra gli altri ostacoli a una risposta efficace ai virus emergenti Fauci ha indicato misinformazione e disinformazione, la scarsa attenzione al mondo animale e le interazioni non equilibrate con la natura, le profonde disuglianze sociali e il mancato coinvolgimento delle comunità. 

Come prepararsi alla minaccia di virus emergenti in grado di provocare future pandemie è, infatti, il tema della conferenza internazionale organizzata dall’Accademia dei Lincei, nell’ambito del ciclo di incontri dal titolo "Il futuro dell'umanità" organizzato dall'Accademia per promuovere la percezione pubblica dei grandi problemi che riguardano il progresso e il futuro dell’uomo e stimolare il dialogo tra esperti di diversa provenienza e interessi.



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