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Balene e mini-rane, Nature premia 6 foto di scienziati al lavoro

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Balene e mini-rane, Nature premia 6 foto di scienziati al lavoro

Selezionate dalla rivista tra le oltre 200 inviate dai lettori

14 maggio 2025, 10:25

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Il ricercatore Audun Rikardsen dell 'Università di Tromsø al lavoro per attaccare localizzatori satellitari sulle balene (fonte: Emma Vogel) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il ricercatore Audun Rikardsen dell 'Università di Tromsø al lavoro per attaccare localizzatori satellitari sulle balene (fonte: Emma Vogel) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un ricercatore sfida le onde in un fiordo norvegese, nell’oscurità dell’alba rischiarata dalle luci di un peschereccio mentre centinaia di gabbiani passano sopra la sua testa: in mano ha una sorta di fucile ad aria compressa, che gli consentirà di attaccare localizzatori satellitari sulle balene che emergono in superficie. Questa è la fotografia vincitrice assoluta della competizione indetta dalla rivista Nature per il sesto anno consecutivo, ‘Scientist at Work’, che invita i lettori a condividere scatti in grado di illustrare il lavoro incredibilmente variegato, colorato e sorprendente svolto dagli scienziati di tutto il mondo. Le 6 immagini di quest’anno sono state selezionate dalla rivista tra oltre 200 arrivate alla redazione.

Dalle balene alle mini-rane: una ricercatrice tiene in mano minuscoli esemplari di questi animali nella lussureggiante Foresta Nazionale di Lassen, in California, appena lavati in una soluzione progettata per uccidere un fungo responsabile del declino degli anfibi in tutto il mondo.

 

La biologa Kate Belleville, del Dipartimento di pesca e fauna selvatica della California, protegge le minuscole rane da un pericoloso fungo (fonte: Ryan Wagner)

 

Il contrasto è netto con l’oscurità della notte polare e l’ambiente ostile dell’arcipelago norvegese delle Svalbard, raffigurato in un’altra delle foto vincitrici: due ricercatori stanno estraendo una carota di ghiaccio, per capire come i microrganismi riescono a sopravvivere al buio e al freddo.

 

James Bradley dell'Istituto di Oceanografia del Mediterraneo di Marsiglia e Catherine Larose dell'Istituto di Geoscienze Ambientali di Grenoble estraggono una carota di ghiaccio nelle isole Svalbard, nell'Artico (fonte: Dagmara Wojtanowicz)

 


La quarta immagine arriva invece dalla parte opposta del mondo: due ricercatori salutano davanti al grande South Pole Telescope, un radiotelescopio situato presso la base Amundsen-Scott in Antartide, illuminati dall’aurora polare. I due, sfidando temperature tra meno 50 e meno 70 gradi, percorrono ogni giorno il chilometro che li separa dallo strumento, per liberare lo specchio dalla neve.

 

 

Aman Chokshi,dell'Università McGill di Montreal, e Allen Foster, della Case Western Reserve University di Cleveland, al lavoro sul radiotelescopio della base Scott-Amundsen in Antartide (fonte: Aman Chokshi)

 


Chiudono il sestetto uno scienziato immerso nella nebbia, dopo aver trasportato sulla cima del monte Helmos, in Grecia, un pallone sonda meteorologico che serve a comprendere meglio la formazione delle nuvole

 

Michael Lonardi del Politecnico di Losanna prepara un pallone sonda per la meteorologia sulla cima del monte Helmos, in Grecia (fonte: Lionel Favre)

 

e il profilo di un altro ricercatorie che rientra alla sua cabina illuminata dopo una giornata di lavoro, sullo sfondo del cielo stellato che brilla sulla Siberia orientale: qui si studiano le formazioni rocciose situate vicino ai giacimenti d’oro.

 

Hao-Cheng Yu, dell'Università cinese di Geoscienze, rientra nella sua cabina dopo una giornata di lavoro in Siberia (fonte: Jiayi Wang)

 

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