Siccità, raccolta anticipata e
vendemmia concentrata. Questo l'effetto che ha caratterizzato la
stagione vitivinicola 2022, con situazioni che, seppur a macchia
di leopardo a seconda delle regioni, suoli ed esposizioni,
stanno vedendo concentrarsi in poche settimane il lavoro di due
mesi. Molte aziende hanno già terminato la raccolta che, di
norma, si protraeva fino a fine settembre, con uve la cui parte
aromatica non ha raggiunto l'apice. "Di fatto è una vendemmia
complessa - osserva l'enologa e biologa Dora Marchi, direttore
tecnico e responsabile del Laboratorio Controllo di Qualità del
Centro di Ricerca Applicata all'Enologia Enosis Meraviglia di
Donato Lanati a Fubine (Alessandria) - In alcuni casi ci siamo
ritrovati di fronte ad una 'tempesta perfetta', con picchi di
temperature fino a 40 gradi che, all'interno dell'acido, si sono
tradotti in oltre 50/55. Per conseguenza, abbiamo avuto zuccheri
concentrati, mancanza di acidità e di acido malico, bucce più
spesse e, quindi, gradazioni alcoliche che, mediamente, potranno
modificarsi di circa 1/2 gradi in più. Chi non avrà fatto scelte
in vigna importanti, anche in termini da data di raccolta,
potrebbe ritrovarsi vini poco longevi e colorati". Per Marchi,
in futuro anche la viticoltura del nord dovrà attrezzarsi e
ridisegnarsi, per affrontare i cambiamenti climatici e garantire
le tradizionali produzioni di eccellenza. "Gli scenari che si
stanno prospettando sono del tutto nuovi. Tutto è da studiare e
costruire. Scienza ed esperienza ci saranno d'aiuto".
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