Avrebbe continuato a versare denaro
per quei "pacchetti" fatti di bottiglie di pregio, ma
soprattutto cocaina ed escort, fino a pochi giorni prima degli
arresti di Davide Lacerenza e Stefania Nobile, figlia di Wanna
Marchi, e di un loro presunto factotum, fino ad un totale, in
tre anni, di circa un milione di euro. La nuova cifra che
avrebbe pagato il rampollo di una ricca famiglia, il "cliente"
più assiduo dei presunti servizi illeciti offerti dalla
Gintoneria di Milano e dal privé La Malmaison, risulta da atti
depositati nell'inchiesta per l'udienza che si è tenuta oggi al
Riesame per Nobile su un provvedimento di sequestro di soldi.
Dagli atti degli arresti del 4 marzo era venuto a galla che
il cliente principale, quello da cui era partita l'indagine,
condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf e
coordinata dalla pm Francesca Crupi, per via di segnalazioni per
operazioni sospette da parte dell'Unità di Informazione
Finanziaria di Bankitalia sui conti di Lacerenza, aveva versato
in circa tre anni e mezzo, dal 2020 al settembre 2023, oltre 641
mila euro.
Altre centinaia di migliaia di euro sono saltati fuori da
ulteriori accertamenti bancari e poi, come chiarito anche in una
recente testimonianza dell'uomo, disoccupato dal 2008 e con una
grande patrimonio di famiglia, il totale dei versamenti è salito
ad un milione di euro. Soldi versati pure fino ad un paio di
giorni prima degli arresti, come riferito dal cliente che aveva
continuato a pagare per quei servizi. E anche con "delivery",
ossia gli arrivava tutto a casa.
Oggi, davanti al Riesame, Nobile, ai domiciliari e col legale
Liborio Cataliotti, ha chiesto la revoca di quel provvedimento
di sequestro da circa 900mila euro disposto dalla Procura e poi
confermato dal gip. In realtà, rispetto a quel presunto profitto
dell'autoriciclaggio, gli investigatori sono riusciti a
rintracciare solo circa 80mila euro, di cui 33mila trovati su un
conto in Lituania.
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