"Ora ho capito perché i registi si
sentono Dio. Puoi chiedere infatti tutto quello che vuoi e
niente poi si muove se non sei tu a dire ok. Ti ritrovi così
come un Dio a ricreare un mondo". A parlare così, tra ironia e
stupore, è Claudia Gerini parlando del suo primo film da
regista, TAPIRULÀN, già al Bif&st e in sala dal 5 maggio con
Milano Talent Factory. Un'opera prima in cui interpreta Emma una
originale conseulor che comunica con i suoi molti clienti
tramite uno schermo digitale collegato al suo tapis roulant di
ultima generazione.
Tanti pazienti, i suoi, a cui risponde puntualmente
correndo nel suo enorme salone super luminoso da sembrare un
acquario: c'è chi deve accettare e farsi accettare, chi ha un
disturbo ossessivo compulsivo, chi ha i più tradizionali
attacchi di panico, chi ha problemi con la rabbia e chi, infine,
scambia il suo sito per una chat erotica. Rispetto a queste
sincopate chiamate, Emma ha sempre una risposta, una
rassicurazione, tranne quando a chiamare è la sorella minore
(Claudia Vismara).
Attraverso le molte videochiamate è inevitabile che, piano
piano, iniziamo a conoscere anche un po' di Emma, la sua vita,
il suo passato, e anche ad intravedere un trauma che sembra
averla bloccata per sempre nonostante gli studi di psicologia,
bioenergetica è la sua ossessiva passione per la corsa.
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