(di Micol Graziano)
Con-vivere festival al via a Carrara,
dal 7 al 10 settembre, diciottesima edizione. Il tema di
quest'anno è l'Umanità, concetto strettamente connesso alla
con-vivenza, come spiegato all'ANSA dalla curatrice scientifica
della rassegna, la filosofa Laura Boella: "L'umanità si lega
direttamente alla convivenza, al modo in cui stiamo insieme. I
confini dell'umano sono cambiati. La specie umana è scesa dal
piedistallo e da tempo ormai sta riconoscendo la necessità di
una relazione tutta da pensare, da immaginare, con il mondo non
umano e più che umano".
Il futuro guarda ai robot, e bisogna trovare un modo per
interagire da pari a pari: "I confini - continua Boella - sono
saltati non soltanto rispetto all'universo del vivente, della
materia, ma anche nei confronti delle ultime frontiere della
tecnologia, se pensiamo alle forme di intelligenza artificiale,
che hanno modalità di apprendimento attraverso algoritmi e
database, che sono diversissime da quelle umane, e che oggi ci
chiediamo se non potranno diventare anche modalità di
apprendimento superiori a quelle che noi umanamente, con i
nostri linguaggi e saperi, pratichiamo".
"Quindi il tema dell'umanità è un tema che si incentra sulla
relazione della vita umana nelle sue varie forme, economia,
società, politica, ma anche relazioni interpersonali con questo
mondo allargato non umano o più che umano", dichiara Boella.
La con-vivenza è da sempre la gioia di stare insieme, come a
un pranzo tra vecchi amici: "La convivenza è un convivio, come
stare a tavola, conversare. Non bisogna perdere la capacità e il
piacere dello stare insieme. Dopo la pandemia stiamo ancora
reimparando a stare insieme, dopo tre anni in cui avevamo paura
di essere contagiati ed erano vietati gli assembramenti. Ora
bisogna sperimentare forme per stare di nuovo insieme: mangiare
insieme, camminare insieme oppure partecipare a un festival e
ascoltare più voci", dice Boella.
Affrontare le sfide con ottimismo: "Mi piace ripetere che
non bisogna sentirsi schiacciati da tutto ciò che non funziona e
che effettivamente crea molta inquietudine. Questo vale per gli
adulti ma anche e soprattutto per i giovani che devono
continuare a pensare al futuro perché saranno loro i
protagonisti: i nostri figli, i nostri nipoti e bisnipoti",
afferma Boella.
Occorre trarre vantaggio anche da ciò che sembra negativo:
"La paura può paralizzare, può bloccare un'iniziativa. Io penso
che la paura sia un aspetto sano. In fondo Greta Thunberg cosa
ha detto una volta, ha detto: voi dovete entrare nel panico,
come se la casa stesse bruciando, ecco una frase del genere
secondo me è molto violenta, però può essere anche utile, nel
senso che è una sveglia. Quindi la paura può funzionare come
sveglia, soltanto che bisogna lavorarci sopra. Non basta avere
paura, perché la paura come emozione paralizza. Oppure la paura
può fare scappare: per esempio, davanti a un cane che digrigna i
denti la reazione è la fuga. Oggi tra le strategie di
sopravvivenza c'è la fuga dai problemi, ci si attiene al piccolo
orticello senza guardarsi intorno. Invece ci vuole del coraggio.
Quindi la paura, che è sicuramente efficace come sveglia, non
deve far perdere alle persone il coraggio di andare avanti",
conclude Boella.
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