Sarà "La misura del mondo" il filo
conduttore della XIX edizione di Lectorinfabula il festival di
cultura europeo, organizzato dalla Fondazione Giuseppe Di Vagno
(1890-1921), che si terrà a Conversano dal 18 al 23 settembre
prossimi, con un'appendice nella mattina del 24 settembre giorno
della conclusione degli eventi legati al centenario della morte
di Giuseppe Di Vagno. In quasi 7 giorni di Festival saranno
oltre 140 gli eventi, con più di 200 ospiti provenienti da
diverse parti del mondo. Il festival è stato presentato questa
mattina a Bari nel palazzo della Presidenza della Regione
Puglia.
Tanti gli argomenti che verranno approfonditi: politica e
geopolitica, filosofia ed economia, letteratura e satira, teatro
e poesia, lavoro e precarietà, diritti civili, università e
scuola, cambiamenti climatici e legalità: alcuni dei temi. Ampio
spazio al femminile, con gli appuntamenti dedicati alle donne
dell'Iran, ai diritti negati e alle violenze di genere, a
Internet e alle battaglie politiche e civili. Non mancheranno la
letteratura e la poesia, e i temi caldi dello scenario della
politica italiana come le riforme della giustizia e quelle
sull'autonomia differenziata, il lavoro e il fisco, l'università
e la scuola. E poi gli anniversari: i 50 anni dalla morte di
Tommaso Fiore, i 150 anni dalla nascita di Gaetano Salvemini, i
100 anni dalla nascita di Rocco Scotellaro e Italo Calvino.
Anche quest'anno Lectorinfabula ha coinvolto le scuole del
territorio che potranno godere di un programma pensato per e con
le scuole, e che nei giorni del Festival coinvolgerà 5000
studenti con 80 incontri. "Un Festival lungo un anno - ha
dichiarato Daniela Mazzucca, presidente della Fondazione Di
Vagno - La misura del mondo è il tema filosofico di
Lectorinfabula che abbiamo declinato in tutto il lavoro di
quest'anno attraverso le nostre molte attività". "Gli shock che
abbiamo affrontato nell'ultimo decennio, dalla crisi economica
all'emergenza ecologica, dalla transizione digitale alla
pandemia sino alla guerra in corso - ha affermato Filippo
Giannuzzi, direttore del Festival - hanno reso più incerti i
valori su cui avevamo fondato il nostro stare al mondo".
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