Aumento delle rette da parte delle
case di riposo, che in regione si attesta su una media lorda di
956 euro mensili, le segreterie regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl
e Uilp-Uil delle Marche chiedono che si intervenga. Il decreto
sui Lea prevede che la retta sia costituita da due voci, il 50 %
quota sanitaria a carico del Servizio Sanitario Regionale, il
50% a carico dell'ospite, e/o comune, "ma così non è nelle
Marche", essendo il costo dell'assistenza "rimasto fermo per
anni a 67,02 euro per anziani non autosufficienti e 90 euro per
le demenze, assolutamente insufficienti a coprire i costi reali
dell'assistenza sia sul versante quantitativo che qualitativo",
scrivono in una nota congiunta.
Dal 1° gennaio 2023 è stato deliberato un aumento della
quota sanitaria, "ma non è stata considerata sufficiente dagli
Enti gestori pubblici e privati che continuano ad aumentare le
rette a carico degli utenti". Senza considerare che nelle
convenzioni "che l'Azienda sanitaria stipula con gli Enti
gestori prevede una quota aggiuntiva a carico degli utenti", che
fanno lievitare ulteriormente i costi a carico dell'utente. I
sindacati chiedono che le Aziende sanitarie territoriali
agiscano "perché venga rispettato quanto pattuito, senza
escludere la possibilità della risoluzione della convenzione
stessa". Nell'ultima Legge di bilancio regionale "sono previste
risorse economiche per sostenere le rette nelle residenze per
anziani: 4 milioni di euro nel triennio 2025-27. Pur
rappresentando un segnale di attenzione a questo tema, tali
risorse sono assolutamente insufficienti e sulla modalità di
utilizzo chiediamo un confronto allargandolo a tutto il tema
della residenzialità (fabbisogno, tariffe…) che si colleghi
direttamente con l'attenzione alla casa come primo luogo di
cura", concludono le parti sociali.
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