/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Nobel Vargas Llosa, quando compì 80 anni - Dagli archivi dell'ANSA

Nobel Vargas Llosa, quando compì 80 anni - Dagli archivi dell'ANSA

Violenza ironia del mondo tra romanzi e politica

ROMA, 14 aprile 2025, 09:57

Paolo Petroni

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA

 ''La finzione è sempre una denuncia, è la prova di una rivolta, perché il romanziere è un ribelle, un uomo indignato per un aspetto o l'altro della realtà'' scriveva nel 1969 Mario Vargas Llosa, considerato, con Gabriel Garcia Marquez, il principale rappresentante della letteratura sudamericana, come lui vincitore del Nobel per la letteratura nel 2010 e che il 28 marzo compirà 80 anni, essendo nato quel giorno in Perù nel 1936.

''Una persona in ottimo accordo col mondo o con la vita non cercherà mai di creare realtà virtuali, verbali. Ogni romanzo, credo, è un assassinio formale della realtà'', aggiungeva, esplicitando a sei anni dall'uscita del libro che gli dette notorietà internazionale, ''La città e i cani'', la propria poetica che indaga tra le pieghe del reale per scompaginarle, per farne emergere contraddizioni e falsità. Il romanzo (bruciato in piazza in Perù) è  ambientato nel collegio militare Leoncio Prado di Lima, dove le frustrazioni della piccola borghesia trovano nei militari garanzie d'ordine e autorità.

In un gruppo di adolescenti liceali, tra spietate logiche di gruppo e maschilismo, tra spirito di caserma e impulsi sessuali, la morale convenzionale si sgretola, la violenza primitiva appare ineluttabile e l'uomo, la vita, il mondo si mostrano per quel che veramente sono. ''Credo che si possa scrivere principalmente per esperienza personale'', dichiaro' allora, ricordando di esser stato lui stesso alunno del Prado come il suo protagonista Boa. Non meno metaforico il romanzo successivo con la storia de ''La casa verde'', nome del postribolo di Piura le cui vicende coincidono con quelle di tutta la cittadina e i suoi abitanti (e di tutto il Peru') nella trasformazione da centro agricolo di provincia in grande e caotica, moderna città industriale.

Un racconto tenuto in bilico tra visioni fantastiche e storia, come tipico della letteratura ispanoamericana di quegli anni, costruito con la cadenza della mitologia popolare per allargare il discorso alla vicenda di quella parte del mondo, alla violenza che tutto sottende, come appare evidente nella conquista della vicina Amazzonia e lo stupro delle popolazioni indigene come delle ricchezze naturali.

Seguono opere fortunate, quelle di uno degli ultimi grandi narratori per vivacità e umori, qualità della scrittura, pensieri e dialoghi che coinvolgono da subito il lettore, grazie a personaggi ben caratterizzati e presentati a tutto tondo e vicende avventurose e incredibili sino al finale a sorpresa, ma in fondo tanto realistiche da parlarci di noi e del mondo d'oggi, tra cui lo sperimentale ''Conversazioni nella cattedrale'' e, all'insegna di una nuova, sottile e divertita ironia, ''Zia Julia e lo scribacchino'', ''Pantaleon o le visitatrici'', sino a ''L'uomo discreto'' del 2014. Ma sempre anche la giocosità sottende una certa violenza, come quella della protagonista e della sua vocazione all'autodistruzione del romanzo d'amore travagliato ''Avventure della ragazza cattiva'' del 2006 che, come appare chiaro nel finale, mette in gioco in gran parte l'autore stesso (la sua ''vita vissuta'') e le tante considerazioni amare politiche e sociali del protagonista Ricardito coincidono col precorso di Vargas Llosa.

Ecco che via via, attraversando luoghi e storie della seconda metà del Novecento, se la prende con la decadenza politica e culturale del suo paese, con le false illusioni del Maggio francese, con le ingenuità della successiva cultura hippy anglosassone, con le perversioni della classe dirigente giapponese (un uomo di origine giapponese è stato presidente del Perù), con l'infatuazione libertaria della Spagna postfranchista, a confermare un percorso che ha portato lo scrittore da posizioni di sinistra a un impegno neoliberale che lo ha visto anche candidarsi alla presidenza nel 1990 contro Fujimori e poi, deluso, a prendere la cittadinanza spagnola, lui che era vissuto a lungo in Europa e a Parigi. Questa vita impegnata e poi il Nobel ne hanno fatto un uomo pubblico che, dopo aver fuggito l'interesse dei rotocalchi, ora, divenuto compagno di un ex modella, Isabel Preysler, e ex moglie di Julio Iglesias, si e' trovato a dover cedere anche su questa sua ultima intransigenza, all'insegna di quel ''nella mia vita ho sbagliato tutto'', che ama ripetere da alcuni anni. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza