(di Daniela Giammusso)
SILVIA PAOLI, 'ELEGANZA. LA GUIDA
DELLO STILE MASCHILE' (ed. Sole 24 ore, pp. 128 - 12,90 euro in
edicola oltre al prezzo del quotidiano o 14,90 in libreria). Che
cos'è l'eleganza? Coco Chanel diceva: "Vesti bene e noteranno la
donna, vesti male e noteranno il vestito". Ma per gli uomini?
"Eleganza è una parola che detesto, si mettono addosso cose
terribili e, siccome sono insolite, pensano di essere eleganti.
Preferisco la parola stile", risponde oggi Nino Cerruti, 90 anni
il 25 settembre, icona dello stile italiano, imprenditore
tessile, designer (oltre che l'uomo che per primo assunse
Giorgio Armani), rispondendo alla giornalista ed esperta di moda
Silvia Paoli in "Eleganza. La guida dello stile maschile", edito
dal Sole 24 Ore. Il volume è il primo di una collana di guide
how-to, che sviluppano il nome e la funzione di How to Spend it:
sapere come si fa (in edicola con Il Sole 24 Ore e con il nuovo
numero del mensile How to Spend It venerdì 17 luglio e in
libreria a partire dal 23 luglio, ma acquistabile anche su
http://offerte.ilsole24ore.com/guidaeleganzamaschile). Un vero e
proprio manuale dell'eleganza maschile in 128 pagine, che ogni
uomo dovrebbe mandare a memoria (o quantomeno tenere a portata
nell'armadio), alla scoperta dei capisaldi del vestire al
maschile, letteralmente dalla testa ai piedi, attraversando
stili e occasioni, nuove regole e personali interpretazioni. Per
capire una volta per tutte quali sono i capi irrinunciabili per
il lavoro e per il tempo libero, come si portano e come si
abbinano.
Già, perché, si legge nel volume, il sistema del guardaroba
maschile comprende molti "must" ma anche moltissime eccezioni,
dovute all'evoluzione del lavoro, della tecnologia e del gusto."
Il look - si legge - non rappresenta solo una scelta estetica,
ma anche uno strumento di lavoro e definizione sociale oltre che
un'espressione personale". L'abito è dunque ancora la tenuta più
appropriata per il professionista, ma finita una giornata fitta
di impegni, alla sera o nel tempo libero, quando ci si dedica ad
attività sportive, si può essere alla ricerca di una
deregulation, un'evasione dai parametri del vestire formale del
giorno. Lo stile però deve rimanere invariato, anche se si è in
viaggio, su un campo da golf, da tennis o sci. A prescindere da
luogo ed età, come sostiene Cerruti, chiamato come esperto nel
libro insieme a Nicoletta Caraceni della storica sartoria di
famiglia e a Matteo Gioli, designer e fondatore con Veronica e
Ilaria Cornacchini del marchio di cappelli SuperDuper Hats.
"Lo stile è o non è - avverte subito Cerruti rispondendo alla
Paoli - Lo stile è la sensibilità delle persone. Avere stile
significa mischiare cultura e arte, vuol dire aver rispetto per
dei valori estetici. Chi non ha stile dovrebbe avere il buon
senso di ascoltare che cosa gli dicono di fare e non inventarsi
cose strane. Oggi passiamo dal conservatorismo più difensivo a
delle tenute che sembrano barzellette". E allora, molta
attenzione anche gli accessori, che dello stile sono la
punteggiatura. Dal cappello fortemente tornato "in scena",
raccontando un uomo che ha le tre caratteristiche per il
successo, ovvero riflessione, nervi saldi e originalità (ma o lo
lanciate come Sean Connery in 007 quando entrate in ufficio o è
meglio tenerlo in testa); alla cravatta che invece, salvo
occasioni professionali, sembra aver perso un po' della sua
esclusività. E poi l'eterno mocassino (avete mai contato quanti
divi di Hollywood li indossano nelle foto d'epoca?) o le
espadrillas, non più tabù (ma attenzione all'effetto spiaggia in
città). Fino ai gemelli, considerati "difficili", perché sono
percepiti come un tocco volutamente formale e invece sono un
tocco di stile, perfetto per ogni occasione. "Da evitare
solamente in due situazioni - avverte la Paoli - in discoteca e
quando si va a parlare con il direttore della propria banca; in
entrambi i casi è troppo alto il rischio di volersi spacciare
per Gordon Gekko (sì quello di Wall Street)".
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