In attesa di girare, dopo Flaminia, il secondo film ("non vedo l'ora"), Michela Giraud continua la marcia trionfale per l'Italia con sold out a teatro del tour "Mi hanno gettata in mezzo ai lupi e non ne sono uscita capobranco" che, partito a novembre da Padova, sta toccando tutta l'Italia con Bologna, Firenze, Napoli, Torino, Milano, Trento e molte altre città, incluse alcune estere, 28 date targate Vivo Concerto. Si chiuderà con un gran finale il 10 settembre alla cavea dell'Auditorium Parco della Musica a Roma, in cui avrà anche molti ospiti sul palco. Sarà un modo per festeggiare i primi dieci anni di un percorso, fatto di tanta gavetta e soddisfazioni, per quella che è la comica più dirompente della sua generazione.
Giraud è una delle non molte comiche: si fa fatica ad affermarsi al femminile nella comicità? "Sento tante cose intorno, negative, e non mi interessano, faccio quello che mi piace fare, il resto è brusio". Cognome francese ma romana di nascita e formazione, Giraud è la regina delle stand up comedy ed è in quel tipo di spettacolo, interattivo con il pubblico, pronto ad orientare le battute oltre che ad affrontare monologhi, che si è affermata.
Il suo lato comico schizza da tutti i pori, "sì ma lo devo tenere a bada - risponde in un'intervista all'ANSA - perché il pericolo è avercelo anche fuori contesto. Dai per scontata la tua realtà in cui l'ironia non è solo concessa, ma contemplata e voluta, invece a volte mi ritrovo in situazioni dove c'è un gelo rispetto alle battute che faccio, perché magari le persone si prendono sul serio e credono sempre che l'ironia sia sintomo di qualcosa di svalutante. Capita alle convention in cui magari lanci frasi in cui sei abituata al boato del teatro e invece lì magari restano immobili. Insomma il contesto è tutto e questo vale anche per la comicità".
La comicità è una cifra del suo carattere, anche a casa nel privato o è vero lo stereotipo del comico triste in famiglia? "La comicità è un modo per scappare a lati di se stessi che non piacciono, una reazione. Il contrario è la depressione. I comici in genere sono persone molto sensibili, ci vuole sensibilità nella cattiveria, si preoccupano di tante cose e sono un po' pesanti. Vorrei dire di no, ma io quando sono pesante, sono pesante davvero e questo mi spiace ma non posso farci niente".
Alla comicità live, alla stand up comedy, ha associato la tv (Verità, lo giuro! il docu-film su Netflix) e anche un primo film da regista e attrice, Flaminia, collegato ad un suo vissuto familiare. In che rapporto è con il cinema? "Mi permette di esplorare una parte più emotiva che spesso è un po' celata dalla comicità. Tutto quello che comprende l'innamoramento, l'attrazione ma anche il tragico deve essere sempre un po' mascherato, perché la gente alla stand up comedy viene per ridere e quindi anche se vuoi parlare di una delusione d'amore, una depressione, devi sempre coglierne il lato comico. Bello, ma se tu vuoi affondare, far vedere la tua realtà per quella che è, il cinema è una grande opportunità e io sono stata grata e spero di proseguire".
Una Michela Giraud più vera quella del film? "Una Michela che... oddio certo che parlare in terza persona se non hai conquistato la Gallia forse non è il caso! Insomma, ho avuto modo di far vedere un altro lato che con la comicità non è richiesto, non è interessante e sono stata contenta di averlo potuto fare, si ride ma c'è una parte emotiva forte".
Giraud è stata in giuria a Cortinametraggio, "una bella esperienza decisamente. Io per anni ho presentato il Roma Creative Contest, sono cintura nera di corti! Ho visto una quantità di corti incredibile e trovo che sia un formidabile mezzo per consentire di fare le prove ai registi e agli attori del domani. Mi ricordo che uno dei primi premi è stato dato ad Alessandro Borghi, dunque sono palestre che funzionano".
Tra il tour e il cinema c'è anche la webserie interamente girata con l'intelligenza artificiale: I'm Not a Robot, "realizzata dal collettivo satirico Educazione Cinica con Enrico Nocera insieme a Edoardo Scognamiglio e Alessandro Palminiello".
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