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Tregua Usa-Cina, superdazi ridotti del 115% per tre mesi

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Tregua Usa-Cina, superdazi ridotti del 115% per tre mesi

Le Borse volano. Il tycoon: 'Parlerò con Xi, con l'Ue è più dura'

PECHINO, 12 maggio 2025, 20:18

di Serena Di Ronza

ANSACheck
Usa-Cina sospenderanno per 90 giorni parte dei dazi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Usa-Cina sospenderanno per 90 giorni parte dei dazi - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' tregua fra gli Stati Uniti e la Cina. Le due superpotenze mondiali hanno raggiunto un accordo per sospendere per 90 giorni la maggior parte dei dazi nel tentativo di disinnescare, almeno temporaneamente, una guerra commerciale a tutto campo e concedersi il tempo necessario per trattare un accordo più ampio. Donald Trump festeggia l'intesa storica e guarda già alle trattative con l'Europa, descritta come "più cattiva" di Pechino sul fronte commerciale.

In base all'intesa raggiunta al termine di 48 intense ore di trattative a Ginevra, gli Stati Uniti e la Cina taglieranno le loro tariffe reciproche del 115%, riducendo in modo significativo l'embargo che di fatto si erano imposte. Gli Stati Uniti porteranno a partire da mercoledì quelle sul made in China al 30% dal 145% attuale, mentre la Cina le porterà al 10% dal 125%. L'accordo è una "vittoria per gli Stati Uniti", ha festeggiato la Casa Bianca. Trump ha parlato invece di "rapporti riavviati" con Pechino e annunciato che parlerà con il presidente Xi Jinping nel fine settimana, dopo quindi il suo "storico viaggio" in Medio Oriente con tappe in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar.

Descrivendo il "grande accordo" raggiunto, il presidente ha spiegato che i dazi sulle auto, l'acciaio e l'alluminio restano in vigore e ha osservato come la "parte migliore dell'intesa è che la Cina si è detta d'accordo ad aprire il suo mercato" e a "rimuovere tutte" le barriere non tariffarie, oltre che a fermare il flusso di fentanyl. Pechino e Washington, in una nota congiunta, sottolineano "l'importanza delle loro relazioni economiche e commerciali bilaterali" e di avere rapporti commerciali " sostenibili, di lungo termine e reciprocamente vantaggiosi".

L'accordo con la Cina - ha sottolineato Trump - è arrivato al termine di una settimana di successi per l'amministrazione, che sono andati dal cessate il fuoco con gli Houthi alla liberazione da parte di Hamas dell'ostaggio americano Idan Alexander, passando per la tregua raggiunta fra India e Pakistan.

"Ho usato la leva del commercio per convincere" New Delhi e Islamabad: "Stiamo già trattando un accordo con l'India, a breve avvieremo trattative anche con il Pakistan. Nessuno ha mai usato il commercio come me", ha messo in evidenza Trump. L'accordo è stato raggiunto dopo che tutte e due le parti sono arrivate alla conclusione che "nessuno voleva un decoupling generalizzato delle loro economie. Gli Stati Uniti ne cercheranno uno strategico sui beni e prodotti che, durante il Covid, abbiamo scoperto essere di interesse per la sicurezza nazionale", ha spiegato il segretario al Tesoro Scott Bessent.

Le borse hanno brindato alla tregua con la Cina. Le piazze finanziarie europee hanno chiuso tutte in rialzo, con Milano che ha segnato un +1,40%.

Wall Street corre con i listini che guadagnano più del 2%. L'accordo comunque non convince del tutto gli investitori e le aziende. Anche se positiva l'intesa non rimuove infatti l'incertezza ma la rimanda di 90 giorni, hanno affermato alcuni economisti convinti che la tregua temporanea non mette fine in via definitiva alla guerra commerciale. Trump - hanno fatto notare - lo ha fatto capire chiaramente spiegando che i dazi nei confronti della Cina saliranno se dopo 90 giorni non ci sarà un'intesa. Il presidente ha comunque aperto alla possibilità di un prolungamento della tregua nel caso in cui le trattative procedessero in "buona fede". Gli analisti hanno inoltre osservato come dall'intesa, al di là dei proclami, gli Stati Uniti non hanno spuntato concessioni dalla Cina. Anzi l'accordo appare, secondo i critici, come una "resa" di Trump.

Il presidente - a loro avviso - è stato costretto a cedere alle pressioni dei mercati e allo spettro di scaffali vuoti aleggiato da molte grandi aziende. Invece della guerra alla Cina promessa dal presidente, la Casa Bianca - aggiungono - sembra aver optato per una ritirata tattica inviando allo stesso tempo un segnale chiaro, ovvero che anche gli aspetti più aggressivi delle sue politiche commerciali possono essere negoziabili.

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