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GfVip, Marco Bellavia, torna a parlare suo disagio

GfVip, Marco Bellavia, torna a parlare suo disagio

Ex concorrente si racconta a 'Chi', mia forza mio figlio

ROMA, 11 ottobre 2022, 19:44

Redazione ANSA

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"Le persone ti isolano quando non puoi essere d'aiuto". Marco Bellavia, ex concorrente del "Grande fratello Vip" parla al settimanale "Chi" in edicola mercoledí 12 ottobre. Bellavia, che posa con il figlio, Filippo, 15 anni, che definisce come il suo "punto di riferimento" in questo percorso di vita che "è come un puzzle che ha il suo volto". "Il mio punto debole nel lavoro è stata la sensibilità e io mi sono difeso sorridendo e cercando di mantenere un distacco, mi paravo dietro a questo muro per nascondere le mie debolezze. Ma poi, quando mi sentivo penalizzato o messo da parte, reagivo in modo aggressivo. A Mediaset, ai tempi, ho litigato con tutti, persino con i dirigenti: giocavamo a calcio insieme e a volte ci si scontrava durante le partite" ha detto l'ex concorrente del GF Vip. Bellavia racconta anche della sua ex Paola Barale. "Lei lavorava a La ruota della fortuna, io a Bim bum bam. Eravamo belli. Dopo tre anni è finita perché eravamo giovani, dovevamo fare le nostre esperienze. Dicevano che mi avesse lasciato perché era diventata più famosa di me, ma non era così. Avremmo dovuto anche sposarci, io le ho regalato un anello e lei mi ha regalato una Harley-Davidson. Poi ha sposato Gianni Sperti" ha rivelato al settimanale diretto da Alfonso Signorini. L'ex conduttore ricorda gli anni della tv per i bambini: "In quegli anni per me era impossibile non montarsi la testa. Ho fatto disastri. Prima di Love me Licia non mi conosceva nessuno, dopo avevo 500 ragazzine sotto casa. Eravamo famosi come Eros Ramazzotti, come Gianni Morandi". L'intervista è stata anche l'occasione per alcune riflessioni sul tema generico del disturbo psichico: "Sono tutte facce di un disagio che si è deciso di scomporre, ma il problema iniziale è sempre lo stesso: paure nascoste, mancanze, fragilità, insicurezze, scelte sbagliate. Il disagio, che sia sulla sessualità, sull'aspetto fisico, sulla percezione di sé, è lo stesso. Spero che la mia storia sia d'esempio. La gente mi ferma parlando dei propri dolori. Se ti dicessi che sono entrato nella Casa sperando che potesse venire fuori questo problema ci crederesti? Ma non ho deciso di stare male: ho provato disagio e ho vissuto davvero quello che avrei voluto solo raccontare rispetto al mio passato".
   

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