Vladimir Putin non raccoglie la sfida di Volodymyr Zelensky e non sarà ad Istanbul per incontrare faccia a faccia il presidente ucraino. A guidare la delegazione russa nelle prime trattative dirette tra i due nemici dal 2022 sarà lo stesso consigliere del leader russo che fu a capo dei negoziatori di Mosca tre anni fa: l'ex ministro della Cultura Vladimir Medinsky, affiancato da un vice ministro degli Esteri, uno della Difesa e dal generale Igor Kostyukov, direttore dei servizi d'intelligence militare (Gru).
A nulla sono quindi valse le pressioni e gli appelli di diversi Paesi e gli auspici del presidente americano Donald Trump perché Putin partecipasse di persona ai colloqui che lui stesso ha proposto a sorpresa in un incontro notturno con i giornalisti nelle prime ore di domenica.
Una fonte dell'ambasciata ucraina in Turchia aveva detto in mattinata all'ANSA che Zelensky sarebbe comunque arrivato domani ad Ankara per incontrare il presidente Recep Tayyip Erdogan. E che poi si sarebbe recato con lui ad Istanbul solo se Putin fosse arrivato. Il presidente ucraino ha comunque fatto sapere di accettare "qualsiasi formato di negoziato" per porre fine alla guerra, quindi anche a trattative a livello inferiore, riservandosi di decidere i "prossimi passi" a seconda di chi avrebbe rappresentato la Russia ai colloqui.
Anche Donald Trump non parteciperà ai colloqui in Turchia sulla pace in Ucraina, riferiscono fonti della Casa Bianca alla Cnn.
Gli ambasciatori dei Paesi membri della Ue hanno intanto dato il via libera al 17/o pacchetto di sanzioni contro la Russia.
Le misure, che dovranno essere approvate il 20 maggio dai ministri degli Esteri, prendono di mira quasi 200 navi della cosiddetta 'flotta ombra' russa, che si ritiene utilizzata in larga parte per le esportazioni di petrolio. Ma secondo il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, non basta. Stati Uniti ed europei, ha affermato, devono "prepararsi a imporre sanzioni devastanti" per "prendere la Russia alla gola" e costringerla a cessare le ostilità in Ucraina.
I rapporti tra Mosca e Parigi segnano del resto uno dei punti più bassi degli ultimi decenni, con il presidente Emmanuel Macron che sembra aspirare alla guida dei Paesi Volenterosi in chiave anti-russa. Durante una lunga intervista televisiva martedì sera, l'inquilino dell'Eliseo ha ipotizzato tra l'altro lo schieramento di testate atomiche francesi in Polonia, provocando la reazione del Cremlino. "La proliferazione di armi nucleari in Europa non favorirà la sicurezza, la prevedibilità e la stabilità nel continente", ha commentato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. Per quanto riguarda i contenuti dei negoziati, Leonid Slutsky, il presidente della commissione Affari internazionali della Duma che aveva partecipato alle trattative del 2022, ha ipotizzato che si parli anche di uno scambio totale di prigionieri. Il consigliere di Putin per la politica estera, Yuri Ushakov, ha detto da parte sua che sul tavolo vi saranno questioni "politiche e molte questioni tecniche". Commentando l'apertura dei negoziati diretti, la Cina ha intanto affermato di avere sostenuto "la risoluzione della crisi attraverso il dialogo e la negoziazione fin dal primo giorno del conflitto".
Sempre da Pechino il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, arrivato in Cina dopo un colloquio a Mosca con il leader russo nei giorni scorsi, aveva detto che avrebbe cercato di tornare a parlargli per dirgli: 'Ehi, compagno Putin, vai a Istanbul e negozia, per l'amor di Dio'". Per diverse ore si è parlato a Mosca di un possibile nuovo colloquio tra i due durante una sosta di Lula nella capitale russa sulla via del ritorno in Brasile. Il presidente brasiliano è effettivamente atterrato all'aeroporto di Vnukovo e con Putin ha avuto una conversazione telefonica. Ma poi è ripartito senza incontrarlo di persona.
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